Vie tendenziali della crescita

Vie tendenziali della crescita

Ognuno ha i propri personalissimi percorsi. Solo Dio sa come far crescere una persona con amore.
Detto questo vi è un ordinario tendenziale percorso di maturazione. Qui mi riferisco  per prime alle persone chiamate ad un cammino comunitario di fede. Poi tratterò di altri percorsi.

Gradualmente l’incontro del cammino di fede e la messa festiva  vengono in genere prima di tutto perché sono gli appuntamenti fontali di Gesù stesso. Poi vivere con ordine gli spazi equilibrati per la famiglia, il lavoro, la preghiera (dove e come possibile anche coniugale e familiare e anche come possibile comunitaria), la confessione ed il padre spirituale, il giusto riposo, il giusto svago.

Se vi è ancora spazio di tempo si può lungo la crescita aggiungere un servizio per esempio parrocchiale. Talora in una maturazione profonda si comprende che il servizio parrocchiale nella vita di un fedele laico viene dopo per esempio la vicinanza stabile a qualche parente malato, bisognoso. Ossia non si sceglie, nella vita di un fedele laico, un servizio parrocchiale dove Dio chiama all’attenzione per esempio ad un parente sofferente.

Inoltre il servizio non deve togliere nulla alle altre cose altrimenti si comincia a sconvolgere le giuste priorità. Si entra nell’affanno del voler per forza fare cose a cui si tiene. Si finisce spesso per esempio per arrivare stanchi a causa del servizio e non andare in comunità di crescita, oppure a privilegiare il fare del servizio alla grazia fontale del cammino di crescita.

Magari si sceglie un cammino di crescita che non tolga spazio al fare del servizio invece di seguire il cammino che si è scoperto più sereno e profondo. Magari persino ci si può ingannare da soli su quale sia davvero questo cammino.
Ognuno ha i suoi autentici percorsi: Dio può fare crescere una persona ispirandole di vivere un servizio pratico senza ancora attingere ad un cammino comunitario di fede. Certo ciò ordinariamente significa che per il momento Dio sta chiamando quella persona in modo molto più graduale.

D’altro canto fare di più per un mero perfezionismo non serve a nulla. Se Dio non mi chiama prima o poi sperimenterò di non farcela ad andare avanti. Meglio vivere nella sapiente ed amorevole volontà di Dio che pensa ogni cosa a misura del portarmi verso la vita piena con i tempi ed i modi adeguati a me.

Anche chi non è chiamato ad un cammino di fede comunitario può gradualmente imparare a dare i giusti spazi a lui adeguati a Dio e alle altre cose sopra citate. Persino un ateo può dare il giusto spazio ad ogni diversa pista della sua vita. Insomma imparando ad ascoltare l’autentica, semplice e serena, luce del cuore, anche distinguendola dai fasulli luccichii interni ed esterni si scopre, magari implicitamente in un ateo, il giogo soave e leggero di Gesù, si mette ordine nella propria vita, venendo gradualmente liberati da tanti inutili affanni, attaccamenti, da inutili agitazioni… Si cessa tendenzialmente di vivere come Marta e si comincia a vivere come Maria, ossia sempre più col cuore unito a Dio, portati come e dove lui vuole verso la vita piena.