Spunti per i media cristiani

Se i media cristiani vogliono arrivare alla gente ciò potrebbe rivelarsi un’occasione di crescita per tutta la Chiesa. Non più una comunicazione autoreferenziale ma un contemplare, come suggerisce Francesco, il popolo. Il popolo è poco interessato a tanti documenti o a teologie di apparato. Invece sente il bisogno di venire accompagnato a crescere nella fede in modo semplice, sereno, gradualmente sempre più profondo, a misura.

I momenti di preghiera sono i più seguiti. Pensiamo ad un ascolto comunitario, dialogato, interattivo, del vangelo. Uno stimolo a vivere anche e principalmente dal vivo cammini di fede proprio come Gesù con i suoi discepoli. Un imparare nella sequela a crescere nella comprensione reciproca, dei reali percorsi, dei bisogni, di ciascuno.

Gesù parlando di coloro che erano attorno a lui e dialogavano con lui sulla Parola li chiama fratello, sorella e madre. Persino Cristo cresceva dunque in Dio insieme agli altri. Pur essendo Dio non viveva nella torre d’avorio della sua superiorità spirituale, umana, culturale… Lì la sua sapienza era frutto del cielo e della storia di un popolo e dell’umanità. Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Che differenza dalle pseudocompetenze di qualche specialista senza crescita comune!

Dunque camminare nella fede nell’ascolto comunitario della Parola. Uno stimolo per tutti a riflettere che solo nella fede ci si lascia aiutare da Gesù a crescere nella comunione, nella comunicazione reciproca. Il mero fare porta alla confusione di Babele, all’imporsi delle guide sugli altri invece di cogliere gli stimoli provenienti dalla vita di ciascuno. Dalle sue esperienze, dalle sue gioie, dalle sue difficoltà, perplessità, dai suoi bisogni…

Pensiamo a letture cristiane, dialogate, della cultura, della vita sociale, in ogni suo aspetto, che possiano aiutare i giovani e anche i genitori ad intuire che la crescita profonda aiuta a comprendere ogni cosa in modo sempre nuovo. Mentre un riduttiva ragione a tavolino svuota. Stimoli per esempio per i genitori a dialogare con i figli sui loro studi. Crescita nella propria identità e anche nello scambio con altre fedi, filosofie e culture. Stimoli per tutti, semplici e vivi.

Come si vivrebbe in modo nuovo la messa in questo vedere l’antico e il nuovo testamento andare vissutamente, eucaristicamente, sempre più a Gesù, ai vangeli. Imparando dunque a distinguere sempre più le verità essenzialissime da quelle che tali non sono. Che stimoli ad una crescita viva, vera, partecipata, a tutto campo. Non era questa la pastorale stessa di Gesù? Leggere i vangeli significa tornare a crescere insieme, in lui, con lui, scoprendo sempre più il suo reale, concreto, discernere.

Certo stimoli che vanno colti in modo di volta in volta adeguato per le varie specifiche situazioni. Ma anche un aprirsi graduale, prudente, per tentativi, pacatamente, nella fede, alle fonti di una rinnovata, vera, sinodalità non a incontri e pubblicazioni di apparato.