Quando germoglia la rivoluzione

Viviamo in una cultura della ragione astratta che sta svuotando le persone di libere ricerche vitali e dunque di autentico scambio. Lo zero assoluto della cultura attuale suggerisce schemi, tecniche, mero fare, in ogni cosa. Appiattimento, omologazione. Falsa, svuotante, solidarietà. Ma questo non è prima di tutto il portato di pochi potenti che riescono a manipolare l’intera società. I loro figli come gli altri subiscono questo dramma. Si tratta appunto della cultura dell’astratta ragione che svuotando l’uomo invece di stimolarne l’autentica maturazione lo schiavizza. L’uomo diviene vittima del robot da lui stesso creato.

Non è un caso che si sta sempre più delineando una classe di manipolatori attraverso formazione e informazione a senso unico, lo scientismo, e la gente spogliata di tutto. In tale contesto, restando in tale cultura, l’opposizione può gradualmente svolgere sempre più consapevolmente il compito di specchietto per le allodole, per occupare una casella che potrebbe essere riempita da autentici rivoluzionari.

Che il gioco possa divenire sempre più questo lo si vede dal sottile accettare anche le opposizioni i codici ormai consunti del siatema: ruoli, competenze, notorietà. Finché si farà parlare sui media qualcuno perché titolare di una cattedra, personaggio dello spettacolo o formalità simili si continuerà a sostenere un apparato che sta distruggendo tutto. Bisogna invece ascoltare, far parlare, tutti e in ciò anche sapere che vi sono persone culturalmente preparatissime che proprio perché in cerca del vero sono fuori dalle gabbie del sistema. La rivoluzione comincia anche con la delegittimazione di tutte le false autorità. Lo dimostra anche la storia quando la autorevolezza della classe dominante comincia a venire diffusamente riconosciuta come mera farsa.