Problemi a monte non considerati

Problemi a monte non considerati

Tanti temi stanno emergendo in questi giorni come la benedizione alle coppie omosessuali o certe messe private. Sono argomenti che rischiano di finire nelle diatribe ideologiche tra conservatori e progressisti. Le conseguenze di questo concettualismo le si vedono plasticamente nei parlamenti uniformati, persino con opposizioni meri specchietti per allodole. È la ragione astratta a farla da padrona e questa svuota di vive ricerche e di partecipazione e nell’epoca della comunicazione onnipervasiva, del virtuale, tende a formare due classi sociali: i manipolatori, al servizio dei pochi potenti della finanza e delle big tech (anche questi a loro volta dominati dalla falsamente neutra tecnica); e la grande massa dei manipolati spogliati di tutto.

Il bianco o il nero, in una contrapposizione che si rivela sempre più una pantomima. Visuali riduttive e distorcenti proprio perché ideologie, vissute in questo sistema a due classi. Solo lo sviluppo, nei modi e nei tempi adeguati, della libera scelta, fin dalla scuola, della formazione alla luce della identità religiosa, culturale, cercata e nello scambio con gli altri tende a stimolare una crescita vissuta, una ricerca dell’autentico benessere umano, uscendo dalle anguste strettoie del razionalismo. La libera maturazione, la condivisione, aiutano il ritrovamento di ciascuna persona e dunque anche della comunità. Il tecnicismo della ragione astratta svuota e chiude l’uomo in sé stesso, lo rende mero individuo. Ogni cosa è vista in fondo in una prospettiva individualistica. Il sacramento del matrimonio, la famiglia, non riguardano solo gli sposati ma sono un dono per tutti. Anche il prete, anche il celibe, beneficiano di questa grazia in mille modi, sono da essa benedetti in mille modi e senza loro merito. Ed un prete che vive chiuso nel suo ufficio e non cresce con la gente rischia di perdere anche il senso divino e umano, vissuto, della celebrazione eucaristica, il suo continuo riportarci insieme, sempre più profondamente, a Gesù, ai vangeli ed in lui ad ogni persona, al dono di ogni persona. Un cammino graduale, sereno, personalissimo e comunitario. Le ideologie non ascoltano, impongono invece di favorire la maturazione.

Abbiamo bisogno come il pane di maturare, anche qui nella comprensione di tante difficoltà, nella sinodalità vissuta e, in uno scambio reciproco, in una democrazia libera e partecipata. Vuoto, isolamento, ci stanno conducendo sulla china sempre più ripida di un crollo totale.