Lo stato di abbandono di alcuni non credenti

Ho sottolineato in altri interventi che un aspetto fondamentale della rinascita personale e sociale sta nel favorire, fin dalla scuola, la formazione alla luce della identità liberamente cercata e del solo allora autentico scambio.

Dove la maturazione delle persone è teleguidata dentro uno svuotante, omologante, tecnicismo, dunque anche un falso filantropismo, si rischia di andare sempre più verso il crollo.

Attendiamo di vedere diffondersi interventi in tal senso, ché già parlarne è gettare semi potenti di vita autentica. Nel frattempo si possono cercare tutte le strade già in grado di svilupparsi qua e là. Eccone alcune:

Aiutare i genitori in tale direzione (formazione alla luce dell’identità liberamente cercata e solo allora autentico scambio) nel seguire gli studi dei propri figli.

I laici, religiosi come le suore, possono venire formati in modo nuovo per l’evangelizzazione e anche come guide spirituali.

Si può porre attenzione, nei criteri della fede, a vivere la pastorale dando adeguato spazio al dialogo.

Sono tra le piste cui ho già accennato altrove.

Qui evidenzio la circostanza che il cristiano può beneficiare, pur in mezzo a limiti, di mille aiuti ecclesiali nella ricerca della propria crescita. Il non credente invece rischia di essere completamente abbandonato a questo tecnicismo imperante. Chi lo stimola, lo aiuta, a cercare le vie della maturazione integrale e non del semplice funzionare, lavorativo e via discorrendo? Anche tra i non credenti si potrebbe cominciare dalle vie più rapidamente praticabili. Ma il problema dell’assenza di sostegni a monte può in varia misura restare, almeno agli esordi di tali nuove piste. Una più matura, incarnata, libera, spiritualità cristiana potrebbe fornire un qualche aiuto, nel rispetto più pieno dei cammini personali.

Ecco, è decisivo evidenziare questa grave falla democratica, certo subita anche dai cristiani ma non di rado in modo, ormai molto parzialmente, attutito.