L’incredibile non cercare la chiave

L’incredibile non cercare la chiave

Il discernimento sempre più equilibrato e profondo è un dono tendenziale della grazia ricevuta e accolta. Tanti ostacoli e difficoltà di ogni tipo al diffondersi del cristianesimo e alla libera e serena maturazione di ogni persona sono causati anche da carenze nella comprensione delle persone, delle situazioni… Gesù mostra nei vangeli nel suo cuore divino e umano la via di una continua crescita nella storia.

Tutta la storia della spiritualità, della cultura, oscilla in vario modo tra astratta teoria e mera pratica proprio perché il centro, magari implicito lungo il cammino di ricerca per esempio di un ateo, è appunto la via del cuore divino e umano di Gesù. Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne è da Dio, afferma Giovanni nella sua prima lettera.

È da questa mancata centratura che nascono le interpretazioni astrattamente logiche della Parola, gli emozionalismi, i discernimenti basati su sensazioni anche in varia misura astratte. Il Battista è colui che fa l’esperienza del passaggio dalle storture del discernere precedente ai cieli che finalmente si aprono, allo Spirito che scende come una colomba sull’agnello di Dio mentre esce dall’acqua e la voce del Padre in quello Spirito lo chiama Figlio amato.

Da un lato un’astratta teoria, dall’altro mera vita concreta. Aspetti che non s’incontrano più adeguatamente se non quando sono autentici e non sono più pienamente autentici se non quando si incontrano adeguatamente. Si consiglia di cercare il vero ma si dimentica l’uomo concreto, si affida il discernimento a sensazioni di pace ma si finisce per dimenticare il vero e il resto dell’umano specifico. Solo in Gesù, nel suo cuore divino e umano, rientriamo (un ateo su una via ancora implicita, ma che comunque potrebbe avere molto da insegnare anche a noi cristiani) nel nostro cuore semplice e profondo, nella nostra coscienza spirituale e psicofisica nella Luce serena, a misura. Solo lì troviamo la via dell’adeguata sintesi, non le frammentazioni, vivisezioni, teoriche o pratiche. Solo lì troviamo la via del vero accolto con sana gradualità e buonsenso. Dunque un percorso dove tutta la nostra umanità si apre serenamente alla grazia, alla vita, proprio come il Figlio di Dio e dell’uomo nel suo battesimo.

Solo camminando dietro a Gesù si può sempre più trovare tale strada e dunque riduzionismi, storture, fanno parte del percorso. Anche evidente che questi errori possono complicare tante scelte, personali, comunitarie, civili… Si può essere così lontani dal comprendere ciò che non si matura una gran sete di Luce. Si cercano soluzioni operative, si vuole fare, basandosi sulle proprie buone intenzioni. O, più raramente, si vuole capire ma in astratto, non così tanto per vivere. E anche quando si pensa di avvertire la sete la si rinchiude nei propri paletti, spiritualistici, intellettualistici, pragmatistici, emozionalistici… E così si matura meno anche la sete di ascoltare, dialogare, con gli altri. Di imparare da ogni uomo. Persino certi profeti non vanno al di là della loro pur per certi aspetti significativa profezia. Attestandone già così i limiti.

Forse per questo le Scritture danno tanto risalto alla richiesta della Sapienza da parte di Salomone. Perché potremmo scoprire che è sempre stata domanda rara. E siccome Salomone sperimentando una vita più agevole grazie al saggio discernimento fini per distrarsi e perdersi insieme alla sapienza chiediamo anche l’attenzione alla fedeltà, quello che viene chiamato un sano timore di Dio.