La logica del Titanic

Ecco alcuni criteri riscontrabili nelle logiche di apparato.

Non esporsi, tanto non comprendono ed escludono se non la si pensa come il potere.

Ripetere i pensieri del potere, non obiettare, non fornire sfumature diverse, perché si è considerati non affidabili.

Non rischiare, seguire la logica dei fatti esteriori perché altrimenti ci si espone a critiche.

Ci si potrà esprimere solo quando si salirà al potere massimo e allora gli altri dovranno rispettare le stesse regole.

Tra le leggi del governo e la ricerca sincera del vero vi è l’abisso del “realismo” tutto intriso di logiche di palazzo lontane dalla vita della gente. La coscienza è plasmata dalle giustificazioni di questo realismo.

Si finisce per credere realmente a questo mare di apparenze: qualche notabile alla fine del mandato osserva come segno positivo che dai suoi ambienti sono usciti molti altri notabili, nessun riferimento allo stato della gente; qualche notabile a fine corsa si lascia andare a qualche confessione di mancanze come cose rimediabili ora che avrà più tempo: poniamo un cristiano che finalmente ora potrà pregare, senza alcuna consapevolezza di una vita, di discernimenti, vissuti senza preghiera.

La retorica dunque la fa da padrona, i riscontri nel vissuto sono filtrati da un mare di giustificazioni fasulle che imbalsamano il cuore.

Il razionalismo svuotando di ricerche personali e di solo allora autentico scambio si sposa alla perfezione con le logiche d’apparato e dunque può facilmente prevalere. La società può venire teleguidata da criteri meccanici cui nessuno in realtà si può davvero opporre senza venire emarginato. L’uomo diviene schiavo del robot da lui stesso creato. Vive addirittura sempre più la concorrenza del robot invece che una feconda complementarietà. Si propongono in ogni campo solo riduttive e distorcenti soluzioni tecniche. Le opposizioni che propongono un mero fare alternativo possono talora transitoriamente non avvedersi di fare il gioco del sistema confermando il vuoto tecnicismo.

Nell’epoca della comunicazione globale le menti possono venire onnipervasivamente guidate. Si giunge al capolavoro di votare e ringraziare chi ti ha spogliato dei valori, dei risparmi, del lavoro, reso l’Italia una colonia di Germania, Francia (di qui per esempio il disperato tentativo Superlega, che nessuno legge nel suo senso reale, di vecchi potentati come la Fiat ormai defenestrati) e a monte di finanza e big tech, di irritarsi con chi, si sostiene, pensa negativo.

Si formano dunque due classi sociali: i manipolatori e i manipolati. Le opposizioni si scoprono parte di questo meccanismo inoppugnabile e si consociano col potere, anche occupando le caselle del contrasto per evitare che vengano assunte da altri che poi si uniformerebbero a loro volta giungendo ad entrare nell’establishment al posto delle prime.

La carta della rinascita sta nel favorire fin dalla famiglia, dalla scuola, lo sviluppo a tutto campo della identità liberamente cercata ed il solo allora autentico scambio. La maturazione e la partecipazione di ciascuno. Ma sarà possibile dal basso? La grazia di Dio può tutto. Si potrebbe arrivare a ciò per una implosione totale? Per il potente che si converte? Le persone, potente compreso, non verranno schiacciate dal sistema? La via è solo il passaggio per un crollo generale? Come mai Maria a Fatima dice che alla fine il suo cuore immacolato trionferà?

Nell’episodio della figlia di Giairo (Mc 5, 21-43) vediamo una comunità da 12 anni ripegata sulle logiche d’apparato che succhiano il sangue alla gente. Cercando fasulli rimedi tecnici, pratiche di sistema, che peggiorano la situazione. Ma quando in tale situazione sua figlia entra in pericolo di vita uno dei capi della sinagoga lascia ogni calcolo e corre ai piedi di Gesù riconoscendone l’autorità, con grave rischio per la sua posizione di notabile. Gesù si mette in cammino con lui, percependo che tanta gente di quella realtà li seguirà. Ed è tutto un risvegliarsi della fede, della vita, in un aiuto reciproco. Ormai Giairo è chiamato “il” capo, profondo, della sinagoga. In tale crescendo neanche la morte della fanciulla può più fermare la fede di quelli. Resuscitata la bimba Gesù dice loro di darle “da mangiare”.

“Egli disse: “Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio” (Lc 16, 15).