Conservare la pace

Conservare la pace

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14, 27).

“La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20, 19-23).

Un gran dono di Gesù è quello della pace. Un seme che può maturare gradualmente, delicatamente, in noi. La fiducia che Dio ha fatto bene ogni cosa, e dunque stranezze, forzature, complicazioni, timori eccessivi, scoraggiamenti senza speranza, ogni cosa che pare toglierci la pace e la fiducia di fondo è un pensiero ingannevole. Il dolore può esistere ma in Gesù lo potremo sempre più vivere in modo diverso, come tappa verso la vita e vissuta con il sostegno di Gesù. Una certa ansia talora può risultare un sano campanello d’allarme verso qualche pericolo ma un’ansia eccessiva può venire gradualmente placata dalla fiducia nel portarmi di Dio verso la vita piena, con ogni bene. Mi godo tante cose belle che ho, nell’amore di Dio che c’è e viene sempre più, relativizzo qualche cosa che mi manca, anche se cerco di ottenerla. Relativizzo dunque talora una pur reale sofferenza. E spero nella sempre nuova venuta di Dio con ogni bene, verso la felicità piena. Imparo a non fasciarmi la testa prima del tempo.

Gradualmente la fede stessa mi porta verso una pace, una positività, di fondo. Così, naturalmente, la mia stessa umanità nella Luce mi orienta a conservare tendenzialmente una pace di fondo. Dunque una pace non moralistica, disumana, che non s’innervosisce, specie interiormente, mai, non teme nulla ma se è umano che col vento le acque si increspino nel profondo del mare della mia vita alberga sempre più una pace, una serenità, una positività, una fiducia, che niente e nessuno mi può togliere. Si tratta di una pace viva, Gesù nel vangelo evidenzia che non si tratta di una pace fasulla, di un quietismo non vigile su un sano, possibile, bisogno di crescere, di cambiare, di avere spirito di iniziativa…

E più Dio mi porta più mi mostra l’importanza in tanti casi di conservare la pace anche con gli altri. Godere del bene possibile senza perdere quello in nome di un benessere totale impossibile in quella situazione. Urlare, criticare gli altri in molti casi non ottiene nulla e peggiora la situazione. Invece di lasciar agire Dio. La pace del seme di Dio che cresce, non il frastuono del mondo.

Un dono inestimabile della grazia di Dio è venire gradualmente portato in un naturale conservare la pace della mia stessa umanità, che sempre meno si lascia turbare da pensieri strani e negativi, da ansie e negatività eccessive.

Breviario pasquale

In questo tempo di sera
sento un canto
come una sorpresa
che si rivela un appuntamento.
Non devo fare nulla, viene
ed io soltanto sento.
Sento il dolore per il vento
che scuote questo mondo
e più nel fondo una pace,
una speranza, in cui mi perdo
senza più alcun ragionamento.