La gabbia del concetto, la liberazione del seme

La gabbia del concetto, la liberazione del seme

Talora ci può venire trasmesso il vivere la Parola come una regola astratta. Siamo orientati a “fare i bravi” e non a lasciare maturare in noi la grazia, portati da essa. Ci confrontiamo dunque in vario modo meccanicamente con regole astratte invece di scoprirci condotti verso il nostro cuore semplice nella Luce serena. Dunque una vita per certi aspetti cerebrale, artefatta, invece di cercare semplicemente di essere noi stessi aperti al bene che gradualmente cresce in noi se lo accogliamo. Formati talora da un moralismo, da un salvarci da noi stessi, con le nostre inesistenti forze invece che alla fede nella grazia.

Ci può venire insegnata la Parola come un concetto da comprendere con la mente e applicare con una volontà astratta. Un pacchetto di dottrine da mettere in pratica. Ma noi siamo creati, esistiamo, in Gesù e lui, se cerchiamo di accoglierlo, come un seme cresce gradualmente in noi secondo gli adeguati, ben al di là degli schemi, tempi della nostra personalissima vita.

Entriamo in contatto col semplice noi stessi, con Dio, con gli altri, nello Spirito di Gesù. Ossia cercando la sintonia col cammino, con la vita reale, di ciascuno e non per astrazioni. Vicini al mistero di ciascuno. Accogliendo, lasciandoci lavorare, dal seme della grazia di ciascuno. Il sacerdote che dice ad un altro cosa deve fare, rischia di mettersi al posto di Dio. Anche lo psicologo, sia pure cristiano, può finire per proporre indicazioni tecniche. Solo Dio apre il cuore integrale, spirituale e umano, di ciascuno nei tempi e nei modi adeguati, con un amore infinito, liberando da chiusure, paure, schemi.

Nasce un rinnovato formatore spirituale e umano, non vivisezioni, giustapposizioni, di spiritualità astratta e psicologia tecnica. Una persona che ascoltando tutta la vita di chi gli si confida cerca con lui i possibili criteri, le possibili tappe, vie, della crescita lasciando che sia la persona in questione a tentare sempre più la sintesi a misura per lei in colloquio con Dio (con la Luce nel suo cuore se non credente).

Le frammentazioni e le giustapposizioni chiudono in angusti ragionamenti, ostacolano la sintonia del cuore con sé stessi, con Dio, con gli altri. Orientano le guide a prendere decisioni astratte, basate su logiche esteriori. Si conosce la storia di grandi santi di secoli passati che hanno sperimentato difficoltà psicologiche superate nella maturazione in Gesù. Chissà quanti ostacoli avrebbero potuto incontrare con certi scientismi odierni, venendo messi in un angolo magari nonostante l’evidente fruttificare a tutto campo della loro vita. La fede nella risurrezione in Cristo sostituita da astrazioni culturali.

Racconto una storia inventata ma basata su tante vite concrete. Un signore di una cinquantina di anni prende a venirmi a parlare ogni tanto perché sente di poter comunicare, confrontarsi, serenamente, senza schemi astratti. Tradisce con molte donne sua moglie, è opportunista, superficiale, in tante cose eppure si intuisce che nel profondo avverte il bisogno di trovare il bandolo della matassa della sua vita. Proprio per star bene con sé stesso prima di tutto, perché avverte fragilità, incertezza, solitudine, cinismo…

Accompagno il suo cammino per come riesco a misura, per esempio liberandolo da tanti moralismi respirati, che hanno corroborato il suo fuggire dalle vere ferite della sua esistenza. Anche aiutandolo, altro esempio, verso aperture di cuore a lui realmente possibili e non astratte. Le ferite nascono da un amore non arrivato o arrivato con rigidità, cupezze, distorsioni varie, quando si comincia a percepire l’amore meraviglioso di Dio la persona può rinascere.

Dopo alcuni mesi si aprono le cateratte del cielo e si manifesta in lui una fede profonda. Spesso Dio viene gradualmente ma invece nel suo caso lo ha lavorato a lungo ai fianchi quasi nascostamente e poi rivelandosi con una grande grazia.

Così ordinariamente non è facile cambiare rapidamente vita ma lui in pochissimo tempo cessa completamente di tradire la moglie. Qui parlo solo della sua vita di coppia, per abbreviare. Dopo qualche mese questo scioglimento di tante chiusure del cuore lo fa scoprire innamorato di sua moglie più del primo giorno di fidanzamento. Trascorre altro tempo e mi confida di aver imparato a porre attenzione anche a lei nell’unione intima mentre prima usava tutte, anche la consorte.

Un giorno però viene piangendo perché nella sua vita non è cambiato nulla. Infatti ha avuto un rapporto “non canonico” con sua moglie. Gli chiedo se quando è tornato a Dio con tanta gioia ha seguito il manuale delle giovani marmotte di come si fa il bravo. Se ha applicato il manuale quando si è reinnamorato della moglie e quando ha imparato a stare attento a lei.

Mi risponde che queste cose le ha maturate naturalmente nel cuore. Ecco, gli dico, se quando si unisce alla moglie deve usare il manuale di come si fa il bravo sarà un rapporto complicato. Invece come con il cuore aperto la grazia è maturata in lui naturalmente così continuerà questa crescita serena, naturale, se cerca di lasciarsi portare. Anche così quest’uomo prende a sperimentare sempre più la fiducia gioiosa e pacifica del venire di un Dio di amore e di vita.

Ma su queste scie possiamo evidenziare che se la maturazione dell’umanità nella storia tende nella direzione suddetta è anche vero che solo Dio conosce i tempi e i modi adeguati di tale percorso. È lui a salvarci, la fiducia in lui la nostra pace profonda.