Solo in Dio amiamo (Domenica 2 luglio 2023, XIII del Tempo ordinario, anno A)

Mt 10,37-42 Domenica 2 luglio 2023, XIII settimana del Tempo ordinario, anno A

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
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Questo brano gira intorno all’accoglienza della luce che Dio ci infonde. Quando cerchiamo di accogliere questa luce siamo gradualmente portati a mettere al giusto posto nella nostra vita ogni cosa. Gesù non ha mai usato la parola degno nel senso di chi è degno E di chi è indegno moralmente di lui perché lui ama tutti infinitamente. Usa questa parola nel senso del cammino giusto del cammino adeguato che ognuno può fare come detto gradualmente a misura del proprio personale percorso che Dio nel suo amore ha stabilito per lui. È Nella grazia che Abramo cerca di accogliere quella voce che gli dice appunto di mettere Dio al primo posto anche se è un essere umano in cammino e quindi gli pare che mettere Dio al primo posto significhi sacrificare il figlio Isacco. Ma il suo cercare la fedeltà al Signore gli fa capire che mettere al primo posto Dio è l’unico modo per amare sempre più in modo autentico anche gli altri, anche suo figlio. E comprende che questa grazia e la sola che può condurlo in questo cammino. Grazia simboleggiata da quell’ariete che lui trova sul monte sul quale voleva sacrificare Isacco e che sacrifica al posto del figlio. Senza la grazia non possiamo nulla ma quando la grazia viene possiamo allora nicchiare perché intuiamo che ci propone un cammino giusto ma non ne vediamo ancora i benefici mentre vediamo le comodità di come stavamo prima. Ma quelle comodità sono ingannevoli in tante cose precarie soggette a solitudini di una vita chiusa in sé mentre solo in Dio tutti i beni adatti a noi vengono crescono fioriscono. E così è in questa grazia che impariamo anche a non vivisezionare lo Spirito, ossia ma non ascoltare solo la voce che parla dentro di noi ma anche la grazia che viene dagli altri dalle situazioni. Chi accoglie un profeta come profeta riceverà la ricompensa del profeta. Ed è bello vedere Maria su questa strada insegnarci tante cose. Per lei ogni persona era una grazia immensa di Dio, una fonte di profezia. Pensiamo quando vengono i pastori di Betlemme da lei persone considerate impure lei poteva dire e che lo dite a me che sono la Madonna che questo è il figlio di Dio? Invece accoglie ogni cosa come un dono che vivendo nel bene porterà i suoi frutti meravigliosi. Per lei ogni persona doni di grazia, di profezia a suo modo.
Così come lo spirito viene in molti modi nel nostro cuore il nostro cuore è uno. Se si chiude il cuore al collega difficile pensando che tanto di lui si può fare a meno si chiude il cuore anche verso la propria moglie perché il cuore è uno. Se non cerco l’equilibrata fiducia verso il collega non posso viverla nemmeno verso Dio e verso i miei familiari. È tutta una circolarità che ha origine nel rapporto con Dio.