Gesù ama la persona specifica (Santi primi martiri romani)

Mt 8, 1-4 Venerdì 30 giugno, XII settimana del Tempo ordinario

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro»
***

La purificazione non è un togliersi macchie ma la grazia che al momento opportuno propone di aprire il cuore. È un venire riaperti alla vita semplice e bella. È vero che Gesù talora opera miracoli considerandoli un aiuto anche per altre persone. Ma certo la prima cosa è che il miracolo fa davvero bene a chi lo riceve e nel modo adeguato per lui. Così nell’episodio narrato Gesù comprende che quella persona ha bisogno di riservatezza e al tempo stesso di venire riaccolta senza troppi clamori nella comunità dalla quale a causa della sua malattia il sacerdote l’aveva espulsa. Gesù è sempre attento alla persona specifica, ai suoi bisogni integrali, alle situazioni concrete, ai bisogni integrali, anche delle altre persone.
Per questo non parla in astratto, per questo non scrive testi. Talora nella Chiesa può accadere che qualche guida voglia indottrinare le persone senza comprendere nulla della loro vita reale. Ma le persone così può talora essere più difficile che si sentano amate, che sentano l’amore di Dio.