Lc 20,27-40 Sabato 25 novembre 2023, XXXIII settimana del Tempo ordinario, anno dispari
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
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Nella religione di ogni tempo si possono talora riscontrare in vario modo alcune costanti tra gli orientamenti riduttivi: i dottrinari astratti, che tendono a insegnare un catalogo di regole da rispettare meccanicamente senza graduale, personale, crescita; gli spiritualisti, che rifiutando il razionalismo astratto dei dottrinari puntano sulla spiritualità ma vissuta in vario modo senza attenzione all’umano; i pragmatici, che rifiutando le astrazioni dei primi due orientamenti si rifugiano in una vita pratica che finisce in vario modo per mettere tra parentesi i riferimenti, gettando via i riferimenti insieme alle astrazioni con cui vengono considerati.
I farisei erano dottrinari, gli esseni con tendenze spiritualiste, i sadducei appartengono a questo gruppo pragmatico, per esempio appunto non credono nella resurrezione. Il loro pragmatismo li induce a riferirsi ad una inesistente nuda lettera del testo biblico. Ma Gesù riporta sempre al senso, al buonsenso, nella fede e della fede. Nella Thora’, i primi cinque libri della Bibbia, non si parla esplicitamente di resurrezione ma vi si fa’ chiaro riferimento ugualmente. La presa un giro verso Gesù e la credenza nella resurrezione non fa che manifestare la propria spiritualità infeconda, solo orizzontale, che chiude all’oltre sorprendente di Dio.
Riduttivi orientamenti religiosi di ogni tempo (Vangelo di sabato 25 novembre 2023 e commento)
Lc 20,27-40 Sabato 25 novembre 2023, XXXIII settimana del Tempo ordinario, anno dispari
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
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Nella religione di ogni tempo si possono talora riscontrare in vario modo alcune costanti tra gli orientamenti riduttivi: i dottrinari astratti, che tendono a insegnare un catalogo di regole da rispettare meccanicamente senza graduale, personale, crescita; gli spiritualisti, che rifiutando il razionalismo astratto dei dottrinari puntano sulla spiritualità ma vissuta in vario modo senza attenzione all’umano; i pragmatici, che rifiutando le astrazioni dei primi due orientamenti si rifugiano in una vita pratica che finisce in vario modo per mettere tra parentesi i riferimenti, gettando via i riferimenti insieme alle astrazioni con cui vengono considerati.
I farisei erano dottrinari, gli esseni con tendenze spiritualiste, i sadducei appartengono a questo gruppo pragmatico, per esempio appunto non credono nella resurrezione. Il loro pragmatismo li induce a riferirsi ad una inesistente nuda lettera del testo biblico. Ma Gesù riporta sempre al senso, al buonsenso, nella fede e della fede. Nella Thora’, i primi cinque libri della Bibbia, non si parla esplicitamente di resurrezione ma vi si fa’ chiaro riferimento ugualmente. La presa un giro verso Gesù e la credenza nella resurrezione non fa che manifestare la propria spiritualità infeconda, solo orizzontale, che chiude all’oltre sorprendente di Dio.