Note su alcune possibili esperienze spirituali testo corretto

Note su alcune possibili esperienze spirituali (sottometto tutto al vaglio della Chiesa)

By D. Giampaolo Centofanti

 

Ero in seminario nella mia stanza, davanti a me la finestra e un cielo interamente nuvoloso. Ho pregato: “Signore dammi la luce!”. Subito è apparso un sole abbagliante al punto che mi sono dovuto coprire il volto con la mano. Quando ho percepito che la luce si era sfocata ho tolto la mano e nel cielo vi era una grandissima nuvola a forma di Madonna rivestita di un manto. Ho parlato con lei e mi ha risposto con cenni della mano. Poi ho pensato di andare alla cappella della Fiducia a chiedere una parola a Dio. Sono arrivato all’ascensore ed era lì pronto (un vero miracolo. Penso che con Maria si fa sempre in tempo a scendere: Maria è la povera, la piccola) e sono sceso due piani (mi pare) più giù, alla Fiducia. Ho cercato il lezionario che è sempre al centro della cappella ma non era lì né sono riuscito a trovarlo altrove nella cappella. Allora ho pensato che la prima scritta che trovavo vicino all’eucarestia nel tabernacolo era la parola per me. E la scritta ai piedi della Madonna col bimbo tra gli angeli (e con più sotto papi e vescovi e sotto ancora l’altare con l’eucarestia e l’immagine della Fiducia) era: ”Praesidet aethereis pia virgo maria choreis”. E io avevo visto una nuvola!

 

La seconda (mi pare) sera dopo, nel Comune dei pastori ai vespri ho trovato l’immaginetta di Annigoni di Massimiliano Kolbe morto per terra e risorto come una nuvola dentro la nuvola di Maria, che aveva le mani sul suo capo come a benedirlo, a plasmarlo, etc…

 

Qualche tempo più in là, dopo la compieta delle ventidue (circa) ero sulla grande terrazza che guarda ai colli Albani, al nostro campo di calcio, etc.. Era una notte limpida e una bella luna piena splendeva. Dalla luna partivano due raggi celesti paralleli che scendevano diagonalmente e si posavano su di un’unica nuvoletta nel mezzo del cielo, ed era un angelo con le ali, inginocchiato verso di me, verso la cattedrale di s.Giovanni (e del Salvatore), verso il seminario, verso la città.

 

Molti anni dopo, quando ero sacerdote da diversi anni, ho visto in sogno una statua di Maria col manto verde chiaro e vestita di bianco. Maria mi ha dato una carezza e si è messa a camminare e mi ha condotto con sé ad un’altra statua di Maria col manto blu scuro e la veste bianca. Come a dirmi che in tutte le statue di Maria è presente sempre lei per davvero. Poi la statua verdolina è ascesa rapidamente al cielo lasciando cadere delle foglioline secche. Io ho visto nella Madonna blu l’Immacolata, il cammino della redenzione e in quella verde l’Assunta. Nelle foglioline ho visto il mistero del corpo che diviene polvere ma resusciterà alla fine del mondo.

 

Ho raccontato della carezza ad una persona da molto tempo malata (ma ritenuta vicina alla guarigione) forse da rischiare di morire, perché quel gesto di Maria fosse anche per lei, un aiuto a superare la prova. Dopo pochissimi giorni quella persona è guarita.

 

Sono episodi che mi fanno pensare prima di tutto all’era dell’Immacolata e dell’Assunta, alla chiamata per i sacerdoti a dare la vita (nel cuore di Maria), alla Gerusalemme celeste (la Chiesa “celeste e terrestre”) che scende dal cielo, da Dio, agli angeli che salgono e scendono sul figlio dell’uomo, Cristo, Dio e uomo, alle persone che, come angeli, mi hanno aiutato a crescere.

 

Molti altri episodi potrei raccontare perché Maria, Dio, gli angeli, i santi, i nostri cari defunti sono con noi. Sono ben consapevole che si tratta di esperienze personali, private. Maria conservava tutte queste parole-fatti nel cuore lasciando che parlassero, operassero, nel tempo.

 

Quella nube (alta vari metri, 3? 5?) a forma di Madonna che mi ha parlato a gesti stava sulla Lateranense, nella parte dell’edificio più vicina al seminario.

L’angelo poteva apparire alto forse due metri. Non ricordo bene se si vedeva la manica della tunica spuntare leggermente a mezz’altezza dalla sagoma dell’angelo stesso.

Il due maggio 2008, anniversario della mia prima comunione (la prima confessione e la cresima il primo maggio 1965), giorno in cui, tra l’altro, ricevetti in regalo la storia di M. Kolbe (che si è reso manifestamente presente in alcuni momenti decisivi, per es.: la mia ordinazione lo stesso giorno della sua), ho celebrato (in un orario insolito) la messa verso le 14,30 in san Timoteo, Roma. L’altare era stato spostato transitoriamente da qualche tempo e da una vetrata sul tetto il sole abbagliante illuminava in un fascio di luce l’altare, il messale, l’eucarestia e me che celebravo.

 

Poi ho notato che su quella vetrata vi era un disegno, ma per il sole non potevo distinguerlo. Il giorno seguente ho visto: era una colomba, con la scritta: Veni Creator Spiritus.

 

Anche se, sotto certi aspetti, non posso dedurne nulla di “certo”, ho vissuto quest’esperienza come essere, in un certo senso, battezzato e trasfigurato, cresimato, etc., in Cristo, ma, nella mia piccolezza come, forse, possibile dono e segno per tutti di un approfondimento della rinnovata “creazione” in Cristo, nel suo Spirito, nella sua divinità e nella sua umanità.

 

Forse è necessario essere profondamente disponibili a cambiare le nostre stesse fondamentali impostazioni spirituali-umane-culturali, tutto, senza pensare che in fondo cambi poco, disponibili ad un concreto, dialogo dal vivo.

Il disegno sulla vetrata sul tetto della chiesa San Timoteo cui accennavo è stato anni dopo del tutto modificato.

 

P.S. Forse la mia prima confessione risale al giorno o a qualche giorno prima di quello della cresima. Anche circa la cresima ricordo solo che l’ho ricevuta nei giorni precedenti la prima comunione. P.S. 2 Forse il dono è anche quello dei misteri della luce, di Maria e di Giovanni Paolo II. Questa possibile intuizione rafforza una domanda sulla possibilità di riconoscere, tra l’altro, il segno di questo o quel papa (pastore) anche nelle esperienze spirituali di cui parlo in questo e nel precedente allegato.

 

Forse, tra l’altro, sta giungendo un tempo nel quale viene ancora di più in questa nuova pienezza colui che battezza in Spirito Santo. La richiesta di papa Benedetto a Fatima dell’affrettamento entro il maggio 2017 della vittoria del cuore immacolato di Maria non sembra muoversi in questa direzione? Perchè mi trovavo da solo in Chiesa quel due maggio? Forse perchè nella mia povertà rappresento un invito a venire nel deserto, oltre sé stessi, per andare incontro a Cristo, Dio e uomo, rispondendo alla sua chiamata: aprendo un varco più profondo all’ascolto, sulla base della fiducia nella chiamata di Dio, una disponibilità a mettere in discussione anche le proprie apparentemente più naturali impostazioni fondamentali spirituali-culturali, una disponibilità a lasciarsi illuminare completamente il cuore dallo Spirito di Cristo, liberati da tante possibili occlusioni per es. spiritualiste, intellettualiste, pragmatiste. Si può per esempio pregare per l’unità dei cristiani, ci si può scervellare per l’unità ma, talora, si può rischiare di non ascoltare, non dialogare attentamente, con il piccolo che dice il vero e di non essere, talora, tanto facilmente disponibili, assetati, pronti, a modificare le proprie impostazioni spirituali-culturali, a mettere in discussione i propri paletti. E forse perchè il deserto è quello dell’esodo verso la terra promessa, Cristo, Dio e uomo (anche quello dei vangeli, sempre più attentamente e con fiducia meditato), nella sua Chiesa, nel mondo.

 

Ultima edizione del Manifesto del cuore divino e umano di Gesù di soli 18 paragrafi (una ventina di pagine circa): http://gpcentofanti.altervista.org/manifesto-del-cuore-divino-umano-gesu-2/?doing_wp_cron=1535902594.4893479347229003906250

 

Alcuni frutti e altri articoli

 

Aggiungo qui una possibile domanda: Vorrà dire qualcosa, se questa esperienza è veritiera, che la Madonna stava sull’Università Lateranense, tra l’altro l’università “del papa”?

 

Aggiunta 27 dicembre 2016: Intorno alla metà di dicembre rientro al santuario del Divino Amore verso le ventitré e trenta. Proprio sul sagrato della chiesa antica alzo il capo e vedo che il cielo è tutto coperto, a tappeto, di nuvole ma vi è un’apertura perfettamente quadrata di cielo limpido attraverso la quale apertura, nel centro, risplende luminosa una luna piena molto grande, diciamo col diametro pari quasi alla metà di un lato del quadrato suddetto. Guardo stupito l’inusuale veduta quando la forma dell’apertura da quadrata diviene a cuore ma con i tratti meno nitidi, quasi nell’indicazione che vi è un cammino da percorrere, che non tutto è così chiaro. Ho imparato a lasciare fare al Signore conservando, come Maria, proprio nel cuore senza interpretare. Ma certo può venire in mente un riferimento al trovarci, nella Chiesa, in un possibile passaggio da un talora variamente astratto, squadrato, razionalismo ad un discernimento del cuore nella luce che scende serena, delicata. E i richiami della luna, del cuore, a Maria possono risultare spontanei. Il fatto che, mi pare, fosse il giorno seguente al plenilunio potrebbe ricordare la Pasqua, che si celebra la domenica immediatamente successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Non voglio complicare, comunque Dio, la Madonnina, nel manifestarsi sono umili, discreti, ma anche pieni di fantasia, di sorriso, di poesia…

 

Il 26 giugno 2021 abbiamo celebrato al Seraphicum a Roma la prefestiva col rinnovo delle promesse battesimali con la comunità “In cammino con Maria e Gesù” nella quale leggiamo cursivamente i vangeli dialogando alla loro luce. Data, luogo e orari sono capitati “per caso”, sentendo le esigenze della comunità stessa (io avevo proposto una serie di date possibili). Quel giorno mi sono poi avveduto che era il mio onomastico, santi Giovanni e Paolo e nella cappella vi erano l’icona della Madonna della tenerezza, san Francesco mentre riceve le stimmate, san Bonaventura e al centro, sopra la sede del celebrante, il crocifisso di san Damiano. La comunità dialogando alla luce del vangelo rivive in qualche modo la vita, la pastorale, di Gesù, anche il suo stesso aver istituito e ricevuto i sacramenti. Dite ai miei fratelli di tornare in Galilea, là mi vedranno. Gesù ricomincia con i discepoli di ogni tempo e luogo il cammino di fede del vangelo dalla Galilea a Gerusalemme.

Giovedì 22 settembre 2023 vedo una nube che mi pare Gesù con la tunica ma a capo scoperto che viene dal cielo con le braccia allargate restanti all’altezza delle spalle. Più tardi mi inviano una foto della Madonna della Rivelazione nella grotta.