La casa di Maria, poesie

Sono canti che in vario modo ascolto dalle persone che vengono al Santuario della Madonna del Divino Amore

Madonna del Divino Amore, antico santuario

Da questo poggio guardi
nello sguardo del cielo
distese serene di campi,
villaggi sparsi tra i colli,
gioie e dolori dal vento
portati a questa casa
e soffri e speri e sogni
sogni miracolosi e belli.

Via dei miracoli

Come un lucignolo si spegne al vento
e la mano lo accarezza, coprendolo.
Così ti custodivo.
Come dal cielo viene il bello
e stupito senti un canto.
Così ci conoscevamo di nuovo
nel tempo.
Ed il Signore voleva che nulla
mi costasse fatica
e ci allietava Maria nella sua casa.

Pellegrinaggio per l’Appia antica

Lucignoli fumiganti
per catacombe ancora
nella notte di Roma
del quo vadis.

Preghiera del vespro.

La sera tu vieni silenziosa
come una pace segreta
tra il vento e la rosa.
Un raggio di luce rossa
ferisce per un solo istante
la siepe odorosa di gelsomini.
Qui nella campagna
tu parli confidenzialmente
come il marito e la sposa.
Come la mamma e il bimbo
che rotola sull’erba
senza farsi male.
E la mamma ride contenta
di tale gioco che
non le dà pensiero
ma solo infonde fiducia
in questo tempo di prova.

Colle santuario (“Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco angeli gli si avvicinarono e lo servivano” Mt 4, 11).

Nella tersa notte delle distese,
delle colline ormai assopite,
piccole luci di strade, di case,
brillano nel segreto del tempo.
Semplice e bello, senza pretese
di glorie rinomate, di chiacchiere
astruse.
Anche piccole luci sono corti
celesti di lucciole incantate.
Così è vedere da questo poggio
di grazia tutte le cose.

Canti della sera

…il tempo che starei con te
è un tempo tra la notte
e il giorno, nè farei molto…
con te sulla porta di casa,
a guardare il mondo che si quieta
e a sentire l’eco della sera
nelle nostre parole…

Il pregare della sera

Un eco che prima non c’era
sentivi la sera
come fosse ora quell’aia
interno della chiesa
e si ascoltasse
nel vespro naturale
la voce profonda delle cose,
ciascuna portata al suo riposo,
alla sua naturale dimora.

Il segreto del tempo

Quando veniva una luce di sera,
quella della luna, quella di una stella,
sentivo una dolcezza fiduciosa e serena.
Veniva una preghiera,
come dal cielo, come dalla terra
e vedevo dal convento le valli,
i villaggi,
portare il segreto del tempo,
che alcuno sapeva e ognuno conosceva.

Il segreto del tempo (2)

Sparsi villaggi per i colli
rifrangono qua e là raggi
del tramonto. Come fitte
lancinanti di luce o grida
di perché rivolte al cielo.
E velano e rivelano il segreto
del tempo, di ogni sentimento
umano che parla nel silenzio
e attende la risposta di qualcuno
chiedendola all’eterno.

Comunità in cammino con Maria e Gesù

Era come allora, tra gli ulivi
e il verde,
tra tetti di tegole consunte,
quella gioia fraterna
e sperante,
quella pace oltre le beghe
e tua madre silenziosa
che ascoltava sempre.

Ultimo giorno della vita nascosta, canto a Maria (La casa di Maria del Divino Amore, Antico santuario)

Il pane fragrante nella piccola brace,
i panni stesi, la porta schiusa,
ogni cosa di te, intorno a te,
sommessa svelava una pace.
Tra la madia, la falegnameria, il piccolo orto,
imparai una piccola, semplice, via.
Piccino la notte sognavo che un manto di stelle
custodiva la terra dal male con un dolce canto.

Madonna del Divino Amore

…ah, luce, ah, pace,
dell’Amore fatto umano,
che scioglie ogni tormento,
ogni oscuro cammino!

Canto di Natale

Nella notte di Natale, ultimo pastore
a venire un barbone: chiede aiuto
per la radio mal funzionante,
come a udire il canto degli angeli.

Natale

Come i pastori andiamo alla stalla
se angeli ci hanno chiamato,
come i magi ci incamminiamo
se una stella ha brillato per noi…

Notte di Natale

Nella notte di Natale
angeli cantano, pastori
vengono, stelle portano
magi sui loro cammelli.

Quieta la piccola luce
i cuori spaventati
e svela e fuga
il falco alto levato.

Madonna del Divino Amore, Nuovo santuario

Era lì all’ultimo banco della chiesa,
oltre la vetrata stormiva la quercia
nel vento di maestrale che andava
a primavera.

Pasqua

Ed ora anche tu mi sei vicina,
così, senza dire ancora niente,
portata dai gelsomini,
cantata dal vento,
lasciando fare al tempo.

Oblazione di Vincenzina

Alla luce sbilenca dalla soffitta buia
lo sguardo tendeva in attesa ogni sera
come venisse di là qualcosa
che in fondo non c’era,
come volasse uno sposo chimera.

Come il barlume fosse preghiera
venuta dal cielo
ed i camini sui tetti davanti
angeli santi in vedetta
per dare la buona novella.
Come miracolosa si rivelasse ogni cosa.

La lotta dell’attesa

Ora qui, sul monte, vedo la gola
che mi apre al vento e alla luce
delle stelle.
E’ come se all’ordine mio,
alla mia salita,
la nebbia sia svanita
del non volere un’attesa.
Com’è bella ora la piccola luce,
come un canto degli angeli
al vegliare dei pastori,
o cometa che svela e fuga
il falco alto levato.

Ex voto

La notte nel silenzio le canzoni
volavano dai cuori nelle case
passando magari da bugigattoli
aperti al fresco dell’estate.

Il vento le portava, che’ sa molte
cose, le più nascoste pure.
Le posava discreto con un soffio
leggero nel riposo ignaro.

Erano sogni d’amore, preghiere
implorate da madri ansiose,
suppliche di pace ed altre belle cose
che sole la brezza può fare volare.

L’Assunta

Nel lungo silenzio d’estate,
entrato il ristoro dell’anno,
la poesia saliva dalla carne e dal sangue,
come una caparra dell’assunzione.
Sentivo cantare la vita, persone,
l’umano dolore, le gioie,
nella sconfinata Compassione.

La stella

Ho amato la tua dedizione canina
più di ogni cosa.
Non per comodo uso da schiava,
ma per la pace dell’amore sicuro.
Hai amato la trasparenza colombina
della mia vita con la sua debolezza
più della forza felina, per poggiare
il tuo viso sul mio petto, fiduciosa.
Ma come ogni cosa, anche la più bella,
senza la stella è ben poca cosa,
ci perdevamo nel niente, per niente,
come chi troppe volte ha aperto e chiuso
porte e finestre della sua casa
e più non vede oltre.
Tu sei il dolore ed il riso dell’amore
perduto per niente e riavuto
scoprendo presente da sempre lì fuori
a due passi, nel cielo, una piccola stella.

Pellegrinaggio solitario al Divino Amore

… io che la vita ancora non so,
io che l’attendo, sempre più cose
io perdo e ti amo di meno e ti cerco
di più.

Poesie dell’alba

Tuo il canto di campi
anelati da poesie dell’alba.
Mi fremevano parole nel cuore
a guizzi e a lampi.
Che aria nuova danzeranno
finalmente le distese di girasoli?

Luci nella via

In quell’anonima strada di periferia
chi avrebbe pensato di incontrare
la vita. Questo diceva confusa, nuova,
l’anziana signora. Le avessi potuto parlare,
le avrei detto del potersi fidare, del non credere
all’inganno solo viscerale. Le avrei detto:
se viene una luce lasciati portare,
non temere il deserto se lo vuole il cielo,
ma temi le verdi praterie senza notte,
né luna, né stelle, né pioggia, il lume artificiale.

Conversione

Com’era bella la sera quella sera,
una canzone semplice cantava
non sarà una chimera ed intuivo:
davvero ci ameremo per sempre.
Che luce serena rischiarava l’aria,
che luce vera, semplice e buona
che dava vita, così spontanea
da non essere notata ma era
la fonte di ogni cosa. E che aria
alla campagna andava, umile
e tersa come l’anima tua.
La vita sapeva di lavanda
e di mentuccia ed era grano,
rondini, papaveri, il cardo,
l’olivo, luna nascente, margherita.

Da: https://gpcentofanti.altervista.org/la-mi-vedranno-mt-28-10/