Il discernere concreto di Gesu’ e la psicologia

Per noi cristiani è Gesù, Dio e uomo, che ci rivela Dio e l’uomo. La grazia è divina e umana in Lui. Cresciamo in Cristo, nella Chiesa, con l’aiuto di ogni persona, di ogni cosa. Dunque la consapevolezza della coscienza spirituale e psicofisica di ciascuno matura in modo tendenzialmente pieno nella sequela di Gesù (un ateo che cerca di vivere nella luce a lui donata è su questa via).

La grazia ci può fare intuire che essa stessa non viene a calpestare l’umanità di ognuno ma a liberarla, farla respirare a pieni polmoni, portarla verso la realizzazione. Dunque l’umanità è in Cristo via per comprendere l’autentico venire del suo Spirito. Possono darsi passaggi che creino fatica, l’inquietudine del cambiamento ma fondamentalmente la crescita è serena, semplice, a misura dello specifico soggetto. Le intuizioni della psicologia vanno inserite adeguatamente in tale percorso di fondo. Altrimenti diventano astrazioni, tecnicismi, funzionalismi.

Dunque il cuore dell’uomo si apre, guarisce, solo nell’amore meraviglioso di Dio sempre più profondamente scoperto. Nemmeno noi stessi possiamo rientrare in noi senza questo Amore, perché solo in Esso ci possiamo amare. Non tecniche ma vita, rapporti umani autentici più che terapie di gruppo.

La ragione astratta imperante lascia fuori un’anima disincarnata ed un resto emozionale-pratico dell’uomo ( https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/ ). Si può conseguentemente vivere una spiritualità delle risposte prefabbricate o una spiritualità meno attenta all’uomo o di un mero fare pratico o emozionale. Su queste scie la persona fa la brava o vive qualche entusiasmo più o meno autentico ma non trova sé stessa. Il suo cuore non si apre più pienamente, venendo sempre più liberato. In una tale cultura si finisce in certi casi più difficili per ricorrere ad una riduttiva tecnica psicologica.

Anche quando si cerca di considerare lo spirito e la psiche si può di fatto in varia misura giustapporli: astrazioni spirituali e tecnicismi, funzionalismi, psicologici. Non è un caso che quasi mai la spiritualità rinnova la psicologia e la psicologia la spiritualità: non entriamo sempre più nel mistero di Gesù, Dio e uomo.

L’amore sereno di Dio, lo Spirito che scende delicatamente, a misura, nel cuore della persona conducono verso la maturazione piena. Entriamo in una sempre più profonda ed equilibrata consapevolezza del cuore nella Luce serena. E possiamo leggere nel tempo, dal vivo, anche nell’umanità altrui. Veniamo portati a comprendere i punti, i possibili percorsi, risolutivi della loro vita.

È dal vivo, nel dialogo personale, che si sperimenta la minore risolutività, dove non addirittura il peggioramento, di certe difficoltà ad opera delle scissioni, frammentazioni, dei suddetti riduzionismi. E invece si beneficia così, semplicemente, quasi senza troppo avvedersene, del venire aiutati da qualcuno formato (meglio se anche con profonde conoscenze psicologiche) nella via del discernere divino e umano di Gesù nella Luce che scende come una colomba.