Gesù, Dio e uomo, sempre oltre

Gesù nei vangeli avverte circa il pericolo di sostituire la Parola di Dio con le tradizioni degli uomini. Insegna che tradizione autentica è trasmettere la Parola di Dio vissutamente per grazia comprendendola sempre più profondamente.

Può accadere a qualche guida di considerare sì Dio un mistero sconfinato ma poi di fatto chiudendolo nei confini più o meno statici delle proprie impostazioni di fondo. E proprio il vangelo è il riferimento per la verifica: quanto ci si confronta in ogni cosa continuamente, vissutamente, col discernere concreto, divino e umano, del Gesù dei vangeli? Quanto invece si confonde Gesù col proprio Gesù? Riporto qui di seguito alcuni possibili esempi. Si tratta di domande le cui risposte vanno trovate nella Chiesa, in Gesù stesso.

Il primo basilare esempio lo trovo nelle stesse impostazioni fondamentali del discernere divino e umano di Gesù nei vangeli. Egli matura in tutta la sua umanità, come un docile agnellino, nello Spirito che scende delicatamente, a misura, come una colomba, nella grazia di ogni cosa. Non parla mai di fede e ragione. Eppure discerne e riflette in modo profondissimo ed anzi molto più preciso, in contatto vivo con la realtà viva e specifica. Ridurre l’uomo a fede e razionalità astratta significa distorcere l’umano e finire per ridurre ogni cosa a vuota pseudo tecnica. Pseudo perché persino la matematica la si può comprendere meglio maturando integralmente. Non per nulla la stessa scienza sta scoprendo la difficoltà di conoscere la realtà astrattamente, senza entrare in adeguato contatto con essa.

Cristo parla del cuore nella luce. Il cuore è in diretto contatto con la luce che lo illumina, tutto l’uomo è portato dalla luce. La ragione chiude l’uomo in sé stesso, nei propri ragionamenti astratti. Il capolavoro dell’ateismo che finisce per trovare anche in non poche guide cristiane accaniti difensori. Muore l’attenzione alla persona specifica, tutta intera, ai suoi bisogni integrali.

Avendo fatta propria la mentalità razionalista si finisce per guardare con scarsa attenzione alla scuola, perché anche le scuole cristiane trasmettono in fondo le stesse nozioni. Invece la scuola è il luogo della devastazione di generazioni per i motivi suddetti. Non si stimola la formazione integrale dei giovani alla luce di ciò in cui liberamente credono ed in momenti distinti dello scambio con i cercatori di altre visuali. Gesù si commosse per loro perché erano come pecore senza pastore. Persino di sé stesso dice che cresce con l’aiuto degli altri: chi fa la volontà del Padre mio è per me fratello, sorella e madre.

Quale boccone intinge e porge a Giuda Gesù nel momento dell’istituzione dell’eucarestia? Benedice il pane, lo spezza e lo dà ai discepoli di Emmaus e solo allora si aprono ad essi gli occhi. Di che pane si trattava, non era l’eucarestia? Io sono il pane della vita, chi viene a me non lo respingerò perché non sono disceso dal cielo per fare la mia volontà ma quella del Padre che vuole che nessuno vada perduto.

Nella lavanda dei piedi possiamo forse vedere un segno del sacramento della riconciliazione. Gesù sa che Giuda lo tradirà ma gli offre egualmente il boccone. Forse la confessione non è una dogana ma un aiuto a ricevere col cuore spalancato l’eucarestia.

Perché della donna che lo unge di olio prezioso per la sua sepoltura dice che sarà per sempre ricordata? Forse getta tra l’altro il seme dei ministri dell’unzione, come dei ministri dell’eucarestia?

Gesù accompagna ciascuno secondo il proprio personalissimo cammino. La Parola è un seme delicato di grazia non un concetto da capire con il cervello e mettere in pratica meccanicamente con le proprie inesistenti forze. Alla Samaritana dai cinque mariti chiede dell’acqua da bere e non subito di mettersi in regola.

Anche per questo Gesù non ha scritto. Non parla in astratto ma nelle situazioni specifiche. I vangeli sono nati dal vivo e vanno meditati prima di tutto nella viva comunità cristiana, al vivo. Forse è un motivo per cui Gesù dice di essere inviato alle pecore perdute della casa d’Israele. Come uomo vivente sulla terra è inserito in quella storia. Da risorto appare talora sotto altro aspetto. A misura della persona specifica. Forse in certo oriente per l’eucarestia si potrebbe usare il riso? È un caso che forse i popoli che non hanno il pane come cibo basilare sono quelli nei quali è meno diffusa la fede cristiana?

Gesù forse non dice distruggete questo tempio ed in tre giorni lo farò risorgere ma “sciogliete”. Sciogliere dai legami fasulli. Sono fulminanti certe sue letture delle Scritture. Come quando citando un salmo osserva che vi si parla di un Signore che parla al Signore. Un Dio uno ma non mono. Immaginiamo che scandalo per chi non cercava la verità con cuore libero?

Per questo quando gli pongono domande sulla legge risponde sempre citando la legge e i profeti. Spalanchiamo le porte a Cristo, a Maria e a Gesù, alla loro opera sempre nuova.