Frequenti riduttive precomprensioni

Vi sono dei paletti che ostacolano non di rado un’apertura all’oltre di Gesù, Dio e uomo, in non poche guide cristiane. Ne cito alcuni.

Cristo insegna cose spirituali ma la cultura è andata avanti. Non ha parlato di fede e ragione perché non erano piste del suo tempo. Invece Gesù sta sulla via delle impostazioni fondamentali più equilibrate. In realtà è avanti, non solo indietro, rispetto a noi. L’uomo vede ogni cosa in modo sempre nuovo maturando nello Spirito che scende su di lui a misura, come una colomba e non in una vita spirituale che finisce per essere ingabbiata in un’astratta ragione. Il punto dunque è essere aperti ad una vissuta crescita nel discernimento integrale. Qualcuno riguardo a tali affermazioni osserva che bisogna pur ragionare. Presento tre esempi che possono aiutare a comprendere ciò che intendo.

Una persona viene a dirmi che non può più credere in Dio dopo che la scienza ha parlato del big bang e dell’evoluzionismo. Io non rispondo subito con ragionamenti ma le chiedo nella sua serena coscienza cosa avverte di poter rispondere alla domanda se crede in Dio o meno. Se ha ricevuto la fede risponderà positivamente ed ecco risolto il problema. Poi in questo discernimento del cuore si potrà per esempio osservare che nella Genesi si parla di evoluzione con una intuizione spirituale dell’agire di Dio con gradualità e di creazione perché vi si racconta che il Signore infonde l’anima all’uomo tratto dal fango.

Una persona credente soffre di problemi psicologici. Un certo prete può non ascoltarla più di tanto ritenendo di non capirne nulla. Un prete psicologo le dice che lei soffre di ossessioni perché si accusa di ogni pensiero anche involontario che le viene in mente. Ma quando poi passano a parlare del cammino spirituale le trasmette regole da vivere meccanicamente, poniamo nel rapporto sessuale con il coniuge. Il discepolo dunque è scisso tra astrazioni spirituali e tecniche, funzionamenti, psicologici. Non viene aiutato a lasciare che sia il seme del Vangelo a maturare in lui gradualmente, naturalmente. Non entra più agevolmente in una semplice consapevolezza della propria coscienza spirituale e umana che cresce nella Luce serena, a misura, la quale, cercando di accoglierla, viene via via sempre più, con delicatezza, in lui.

Una tale consapevolezza aiuta naturalmente a non lasciarsi ingannare da sensi di colpa, risposte meccaniche, forzature, cervellotismi, ansie, inutili sbrachi. Le scissioni di cui sopra invece non instradano su questo semplice percorso.

Una fidanzata ha litigato col suo ragazzo e pensa di porgli alcune osservazioni logiche circa il comportamento che egli ha avuto. Poi decide invece di pregarci su e di aspettare che luci dal cielo la aiutino nel discernimento. Eventi concreti le danno modo di comprendere che aveva frainteso la situazione e che poteva vedere tutto più serenamente.

Dunque la maturazione della coscienza spirituale e psicofisica, ossia del cuore, nella Luce che scende come una colomba porta a vedere ogni cosa in modo sempre nuovo, in contatto con la concreta vita specifica. La ragione non è usata meccanicamente, vivisezionando la realtà in aspetti spirituali, morali, astratti, in mere tecniche psicologiche, in logiche a tavolino che non mettono in comunicazione nella Luce con la realtà autentica, determinata. La logica è invece inserita armonicamente nel vissuto discernere integrale dell’uomo.

Così una persona che non ha studiato può intuire in questo sempre nuovo cammino mille cose capaci di sviluppare tutta la vita e la cultura. Un errore ascoltare solo chi ha titoli e ruoli. Si finisce in un vuoto formalismo e si esclude l’autentica e partecipata ricerca del vero, la profezia. Si tratta qui di una conseguenza del citato mettere in varia misura la cultura terrena sopra Gesù, Dio e uomo. Tra l’altro la cultura occidentale è, come visto, tutta vivisezionata e dominata da regole d’apparato. 

Certe cose non competono direttamente alla vita spirituale, bisogna lasciarle alla scienza. Ma, come accennavo, fuori del cammino di cui sopra la scienza viene vista in modo riduttivo e distorcente. Una guida si può fermare alle soglie della vita concreta, proprio lì dove lo Spirito entra rinnovando ogni sguardo. La maturazione complessiva orienta a cogliere il buono della pur riduttiva scienza ma in un discernimento vivo, integrale.

Inutile teorizzare, la vita si capisce vivendola. Ma Gesù non ha centrato la sua pastorale sull’ascolto, sul dialogo, alla luce della Parola, alla sua sequela personale e comunitaria nella fede (e dunque tendenzialmente non solo in corsi, lezioni, riunioni)? Che errore rinchiudersi nelle proprie strutturazioni disinteressandosi della condivisione, dell’imparare sempre nuovamente dal vangelo e dagli altri.

Ormai sappiamo ciò che Gesù ha detto. Bisogna viverlo. Ma Cristo non ha affermato che lo Spirito ci condurrà alla verità tutta intera ricordandoci la sua vita terrena in mezzo agli altri? Egli è una miniera sempre da scoprire. Lasciandosi portare oltre il nostro Gesù per discernere sempre più quello vero. 

I paletti meccanici chiudono la persona negli schematismi, ostacolano l’accogliere l’oltre di Gesù, Dio e uomo, ed in lui ogni cosa. Si resta in un discernimento vivisezionato, con le sue distorsioni, che deviano la crescita propria e altrui, in tanti aspetti con larghi rischi di vario svuotamento, spegnimento, di difficile comunicazione. Al punto che la società come si vede va verso il crollo. Solo la grazia divina e umana di Gesù ci può rinnovare. È in tal senso che queste segnalazioni possono aiutare. Tenendo presente che nella condivisione, nel dialogo, nella vita concreta, dal vivo, si possono molto approfondire.

Va detto anzi che la condivisione, il dialogo, quello personale e quello comunitario, sulla vita concreta con adeguati formatori della stessa propria fede, filosofia e in momenti distinti nello scambio con le altre visioni del mondo, possono tendenzialmente portare la persona ad entrare in questo discernimento più semplice e profondo naturalmente. Le segnalazioni teoriche senza la grazia di quella chiamata al vivo talora sono come quei semi che il seminatore getta lungo la strada e che vengono beccati dagli uccelli del cielo. Ma intanto la semina è cominciata e ugualmente nulla è come prima. Per esempio l’intuizione di un cammino sereno, semplice, a misura, può orientare a chiedere a Dio nella preghiera e a cercare formatori che da lungo tempo siano su tale via.