Lc 13,18-21 Martedì 31 ottobre 2023, XXX settimana del Tempo ordinario, anno dispari
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
***
Il regno di Dio se, quando Dio viene a donarsi più manifestamente, si cerca di accoglierlo cresce all’infinito, come non possiamo nemmeno immaginare. Il punto dunque non è fare chissà che cosa ma non ostacolare questa continua crescita, assecondare la grazia. Dunque cercare di essere con semplicità e buonsenso sé stessi: lì la grazia se accolta cresce sempre più. Non dobbiamo capire la Parola con il cervello e metterla in pratica con le nostre forze ma lasciare che il seme della Parola cresca e si manifesti in noi sempre più profondamente verso il suo pieno compimento.
È la Parola che si rivela (Vangelo di martedì 31 ottobre 2023 e commento)
Lc 13,18-21 Martedì 31 ottobre 2023, XXX settimana del Tempo ordinario, anno dispari
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
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Il regno di Dio se, quando Dio viene a donarsi più manifestamente, si cerca di accoglierlo cresce all’infinito, come non possiamo nemmeno immaginare. Il punto dunque non è fare chissà che cosa ma non ostacolare questa continua crescita, assecondare la grazia. Dunque cercare di essere con semplicità e buonsenso sé stessi: lì la grazia se accolta cresce sempre più. Non dobbiamo capire la Parola con il cervello e metterla in pratica con le nostre forze ma lasciare che il seme della Parola cresca e si manifesti in noi sempre più profondamente verso il suo pieno compimento.