“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato la piccolezza della sua serva” (Lc 1, 46-48)
“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono docile e piccolino di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 28-30).
Nella poesiola seguente immagino le parole di Gesù stesso alla mamma il giorno prima di iniziare la vita pubblica.
Ultimo giorno della vita nascosta, canto a Maria
Il pane fragrante nella piccola brace,
i panni stesi, la porta schiusa,
ogni cosa di te, intorno a te,
sommessa svelava una pace.
Tra la madia, la falegnameria, il piccolo orto,
imparai una piccola, semplice, via.
Piccino la notte sognavo che un manto di stelle
custodiva la terra dal male con un dolce canto.
Poesia tratta da https://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/ dove faccio cantare tante persone. Nessuno può dire quello sono io perché sono storie inventate, nate dal vivere in mezzo alla gente. Sono dunque poesie, scritte al volo, senza pretese, di un prete che cerca di partecipare di cuore alla vita delle persone e insieme a loro cresce e sente il loro canto. Per questo il sottotitolo è tratto da una poesia di Neruda (bella frase ma io mi fido poco di quelli tirati su da tanta cultura di oggi, non per loro che possono davvero essere bravi, ma perché il potere tende talora a tirare su chi gli conviene): yo vine aqui para cantar y para que cantes conmigo.