Una gioia, un conforto, una fiducia, che niente ci puo’ togliere

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato la piccolezza della sua serva” (Lc 1, 46-48)

“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono docile e piccolino di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 28-30).

Il segreto di Maria e di Gesù, che, come uomo, ha imparato da lei, è di riconoscersi creature portate per mano da Padre. È Dio che opera, trovo vita semplicemente cercando di non contrastare la grazia che mi infonde gradualmente se l’accolgo. Quindi non devo fare tutto subito, capire col cervello un pacchetto di dottrine e metterlo in pratica con le mie forze. Ma accogliere il seme della Parola che si dona, si rivela, cresce, via via, nei tempi opprtuni in me portandomi verso la pienezza della vita. Dio si può manifestare in modo nuovo nel cuore di una persona, anche di un ateo, per esempio facendole scoprire la gioia di un sorriso alla vita. Una piccola grandissima apertura che potrà portare frutto nel tempo. UNA GRANDISSIMA GIOIA, PACE, FIDUCIA: DIO C’È, MI AMA, MI SALVA. Per non essere salvato devo dire definitivamente di no, anche con l’esperienza di tutta la vita, alla sua misericordia senza limiti. Intuisco il mistero del dolore, la debolezza che è la grandezza dell’essere umano. Dio gli fa sperimentare anche nella carne che fuori di Lui non c’è vita, che solo in Lui si risorge. L’uomo può fare tanti errori, andare per vie sbagliate, senza chiudere davvero totalmente il cuore e però sperimentando il malessere di una vita meno aperta allo Spirito di Gesù. I diavoli hanno scelto per sempre in un istante il male, la morte. Rientro sempre più in contatto col mio cuore semplice nella Luce serena, a misura.

Nella poesiola seguente immagino le parole di Gesù stesso alla mamma il giorno prima di iniziare la vita pubblica.

Ultimo giorno della vita nascosta, canto a Maria

Il pane fragrante nella piccola brace,
i panni stesi, la porta schiusa,
ogni cosa di te, intorno a te,
sommessa svelava una pace.
Tra la madia, la falegnameria, il piccolo orto,
imparai una piccola, semplice, via.
Piccino la notte sognavo che un manto di stelle
custodiva la terra dal male con un dolce canto.

Poesia tratta da https://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/ dove faccio cantare tante persone. Nessuno può dire quello sono io perché sono storie inventate, nate dal vivere in mezzo alla gente. Sono dunque poesie, scritte al volo, senza pretese, di un prete che cerca di partecipare di cuore alla vita delle persone e insieme a loro cresce e sente il loro canto. Per questo il sottotitolo è tratto da una poesia di Neruda (bella frase ma io mi fido poco di quelli tirati su da tanta cultura di oggi, non per loro che possono davvero essere bravi, ma perché il potere tende talora a tirare su chi gli conviene): yo vine aqui para cantar y para que cantes conmigo.