Quando ha pianto Gesù? (Vangelo di giovedì 23 novembre 2023 e commento)

Lc 19,41-44 Giovedì 23 novembre 2023, XXXIII settimana del Tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
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Gesù, Dio, soffre per noi, specie per le coriacee resistenze alla grazia, anche se vive tutto con una serenità ed una fiducia di fondo nel senso che lui dà alle creature spirituali, ciascuna a modo proprio, la possibilità di scegliere del tutto liberamente e consapevolmente il loro destino. Altrove lo vediamo per esempio piangere per le prove dolorose di qualcuno. In altri brani vediamo Gesù manifestare il suo fremere dal desiderio di ridare vita piena a ciascuno, anche donando la sua vita. Dio non è un primo motore immobile lassù nel cielo è un Dio di amore meraviglioso. I ripiegamenti spengono la vita, Gerusalemme nel 70 dopo Cristo verrà rasa al suolo. Come sarebbe stato diverso se si fossero aperti alla grazia di Dio in Gesù, come si vedono e si vivono in modo del tutto diverso tante cose. Noi magari non resistiamo così pervicacemente e Dio ci ama, ci comprende, ci perdona, ma chiediamogli di aiutarci con la sua grazia a superare questa forza di gravità verso il ripiegamento che quando avremmo la sana forza di andare oltre (senza abboccare a tante ansie, ferite, inganni del discernimento, perdite di energie in cose sbagliate) ritarda il nostro aprirci alla vita. Nella coppia per esempio non si lasci prevalere il ripiegamento dell’uno ma l’altro coniuge segua, con buonsenso nella fede almeno in tanti casi Dio anche da solo. Aprendo il cammino anche per l’altro invece di lasciarsi risucchiare nello spegnimento.