Progetto condiviso: segno o ostacolo alla sinodalita’

La sinodalità è un camminare insieme nella fede e anche in vario modo con ogni persona, anche non credente. Dunque bisogna cercare le vie adeguate per camminare con i criteri della fede ma anche per ascoltarsi reciprocamente, per dare sensato spazio ai carismi. Gesù Figlio di Dio e Figlio dell’uomo è la via dell’ascolto sempre più pieno ed equilibrato. In lui è la fonte della sinodalità. Crescendo in lui si possono trovare le giuste aperture, le giuste prudenze, in ogni specifica situazione.

In Cristo, nei vangeli vissutamente meditati comunitariamente, si possono riconoscere e gradualmente sbloccare tanti automatismi, ripiegamenti, paure, che limitano una più viva sinodalità e possono ridurla ad un mero fare. In quanto tale facilmente soggetto a teleguide dall’alto. Vi diranno eccolo qua, eccolo là, non andate, perché il regno di Dio è in mezzo a voi.

Sinodalità è dunque cercare le vie di un’autentica crescita personale, ecclesiale, anche in un sempre più vivo scambio con ogni uomo. Così stimolando anche la democrazia. Il progetto condiviso può dunque riconoscersi nel cercare di lasciar operare Dio, liberando dagli ostacoli il suo agire. Si possono offrire e ricevere stimoli ma bisogna anche essere consapevoli che la parola progetto condiviso può significare rendere la sinodalità una mera cinghia di trasmissione di voleri dall’alto. Anche evidenziare i pericoli di una falsa sinodalità è aiutarne un possibile autentico sviluppo. Guardandosi bene dal travisamento continuo delle parole a vantaggio dei potenti proprio di quest’epoca del pensiero unico.