Porte di grazia per tutti (Vangelo di mercoledì 6 settembre 2023 e commento)

Lc 4,38-44 Mercoledì 6 settembre 2023, XXII settimana del Tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
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Gesù ascolta, insegna la Parola, prega, spesso nella sinagoga. In un brano parallelo si narra che in quell’occasione andò con alcuni discepoli e poi si recò nella casa di Simone. È tutto un attingere alla grazia che apre anche altri alla preghiera e la preghiera opera. Le opere di Dio sono tutte grandi, infinitamente, anche quando sono esteriormente piccole. Se lo Spirito ispira si può domandare ogni cosa, senza pensare di disturbare Dio per inezie. Mi pare di ricordare di una santa che chiese che nevicasse nel giorno della sua professione religiosa, in agosto. E nevicò. Evidentemente era un dono per tutti. La febbre poi può per esempio indicare un’agitazione della suocera verso Pietro che va con Gesù invece di pescare e portare soldi a casa per la famiglia. Ma quella donna ha fede e il farsi vicino di Gesù l’aiuta a non lasciarsi dominare dal pensiero negativo e anzi a mettersi a servire la comunità di Gesù. Ecco che questo gesto di accoglienza lascia operare la grazia per molti. Infatti al termine della giornata lavorativa molti vanno a quella casa perché Gesù operi miracoli. Che dono per sé stessi e per tutti è accogliere lo Spirito da ovunque venga non restando nelle proprie chiusure, sordità, paure, perplessità, quando la grazia concede di superarle. In quel clima sereno tutti vanno da Gesù e vengono guariti. Quando non ci si appoggia allo Spirito nascono le tensioni, le chiusure: proprio ostacoli al circolare vivificante, pacificante, della grazia. Poi Gesù cerca anche momenti di vicinanza da solo, a tu per tu, col Padre. La preghiera solitaria, che Gesù vive sul fare del giorno in un luogo deserto per non venire distolto da essa ed essere poi disponibile per tutti durante la giornata. Ma anche lì le folle lo cercano e lui si fa trovare. Ma non si lascia trattenere in eterno perché deve andare ad annunciare anche ad altri la buona novella. È come portare oltre, con sé, nello Spirito la gente che lo cerca, verso la volontà di Dio e verso ogni persona. Dietro a Gesù non si ristagna in un falso bene acquisito ma si viene portati sempre oltre.