Pescare senza Dio (Vangelo di giovedì 13 luglio 2023 e commento)

Mt 10,7-15 Giovedì 13 luglio 2023, XIV settimana del Tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
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Strada facendo, ossia in questo graduale cammino in Dio ed in lui verso i fratelli. Ossia ancora lasciando operare Dio che guarisce i cuori, cioè tutta intera, spirito, psiche, corpo, ogni persona e libera dagli inganni del male. La parabola del seminatore è la madre di tutte le parabole. Circa essa infatti Gesù dice che se non si comprende quella come si possono comprendere tutte le altre. Ecco in essa si vede che la prima tentazione del demonio nemmeno spinge a fare direttamente il male ma toglie con mille inganni, anche con cose apparentemente buone, Dio. Vennero gli uccelli e beccarono il seme. Quando si è tolto Dio, per esempio ingannati da un bene solo terreno, non vissuto in lui, si è già persi, poi potranno svilupparsi tutte le conseguenze di tale strada. Siamo noi a ridare vita, ad aprire i cuori, a guarire? Per esempio si aiuta una persona sofferente distogliendo sé stessi e potendo distogliere anche altri dall’incontro con Dio. Si potrebbe aiutare quella persona nel modo giusto ma nemmeno lo si cerca tale modo giusto perché la poca fede in fondo non si avvede della differenza del vivere il bene in Dio, personalmente e comunitariamente, o di testa propria.
Talora è necessaria l’esperienza di questa differenza. Pietro in un episodio del vangelo trascina anche altri in questo errore: io vado a pescare. Di notte, cosa apparentemente buona. Dov’è l’errore: non chiede a Dio quale sia la sua volontà, i criteri della fede. Per questo la fede può orientare, prima di compiere certe scelte, a pregare, a confrontarsi con un serio e sereno padre spirituale. Perché il cammino è graduale, la scoperta della potenza della grazia, dell’infinito mistero, è graduale. E come cambiano i discernimenti venendo portati sempre più in questa vita sconvolgente. Attratti da Dio si mette ogni cosa sempre più al giusto posto, lasciando ogni sorta di attaccamento, di sicurezza, di criterio terreno, pure apparentemente tanto naturale. Ecco perché Gesù specifica meticolosamente le cose su cui cessare di appoggiarsi in primo luogo. Ogni bene, spirituale, umano e materiale, viene da Dio. Restate in quella casa, non saltate di palo in frasca, in brani paralleli Gesù aggiunge per esempio di non fermarsi a salutare nessuno lungo la strada. Certo che le persone vanno ordinariamente salutate, è un’immagine per capire di non vivere disordinatamente facendo mille cose, anche apparentemente buone ripeto, invece di accogliere la luce di Dio e vivere in lui ogni cosa. Il cristiano il male evidente lo sa riconoscere, è ingannato invece da falsi beni non vissuti nell’ascolto di Dio. Nel capitolo 5 di Luca Gesù parla alle folle mentre Pietro e altri futuri apostoli stanno rassettando le reti. Gesù comprende che essi non sono ancora pronti ad intuire la grazia di ascoltarlo e non li rimprovera ma chiede loro, per aiutare la folla, di portarlo in barca un pochino al largo. Li Gesù per molti motivi potrà predicare e aiutare meglio la folla. Pietro e gli altri il bene umano lo hanno maturato e quindi accolgono la richiesta. Poi, dopo aver ascoltato anche loro la Parola stando con Gesù sulla barca, sono pronti al salto della fede, pescare non con i loro così ragionevoli ed esperti criteri terreni ma con quelli della fede, che può fare pescare se Dio vuole di giorno invece che di notte. E dopo non aver preso nulla tutta la notte ora fanno una pesca miracolosa. Ecco il significato dell’ultima parte del brano odierno: Dio perdona tutto, porta in paradiso chiunque lo voglia, ma qui sulla terra non ci interessa entrare già nella vita eterna, l’unica che dona ogni bene?