Manuale della rivolta di Lilliput

Il pensiero unico sta svuotando, manipolando, spogliando di tutto, tante persone. È necessario individuare i media liberi, farli conoscere, è necessaria l’accoglienza reciproca al di là delle diversità.

Uscire dai formalismi che si sostituiscono alla ricerca del vero. Come dare la parola a qualcuno perché è titolare della tal cattedra o perché persona famosa. Tra l’altro vediamo che si tratta di specchietti per le allodole perché se rifiutano il sistema anche tali persone vengono emarginate.

Immaginiamo un profeta in antropologia teologica? Vi sono tante ricchezze spirituali, umane, esperienze, anche perplessità e difficoltà, che già da sole stimolano molte riflessioni.

Uscire dalle sordità e dagli interessi di bottega che spingono a non imparare dagli altri e a difendere il proprio orticello senza reciproca accoglienza, senza diffondere la conoscenza anche di altri media liberi. Sono miopie che spengono la maturazione delle persone e le lasciano ingabbiate da quel pensiero unico che emargina ogni altra voce. Si ritorcono dunque subito contro la testata sedicente libera ma di tali corte vedute perché, per esempio, la gente non legge più.

Dare spazio alla collaborazione del volontariato nelle redazioni anche perché le grandi realtà mediatiche di professionisti richiedono ingenti spese e conducono dritti nelle mani dei soliti finanziatori. Vi sono tante persone preparatissime, anche se non insegnano all’università. Pensiamo a tanti sacerdoti che provengono dal mondo della cultura ma hanno preferito crescere in mezzo alla gente, certo continuando a studiare ma vivificando la propria cultura nella maturazione condivisa.

Uscire dalla logica del bianco o nero tipica del pensiero in realtà unico. Sono voci teleguidate da pochi potenti che, anche dove in una qualche opposizione reciproca, sono però parte dello stesso sistema di fondo. Gli aut aut (= o solo questo o solo quello) cercano di rendere le persone fanatiche invece che aperte ad avvedersi di tante sfumature, dunque ad una viva ricerca del vero. Il sistema teleguida onnipervasivamente i pensieri della gente invece di stimolare ricerche vive che scavano nel mistero della vita evitando di venire plasmati dalle apparenze.

Il sistema propone in ogni cosa solo soluzioni tecniche, mero fare, si guarda bene dal salto di qualità, fin dalla scuola, delle libere ricerche identitarie e del solo allora autentico scambio. Favorire invece in ogni modo orientamenti in questa luce. Per esempio stimolare i genitori a dialogare in tal senso con i propri figli sui loro studi scolastici; porre attenzione alla formazione di guide spirituali anche laiche e, per esempio, di suore; creare luoghi d’incontro nella città per la crescita spirituale, per lo scambio e anche per l’incontro umano mentre il sistema cerca di isolare.

Autentica ricerca identitaria e solo allora autentico scambio risvegliano l’uscita dalla cultura astratta, della ragione a tavolino e orientano a rientrare in contatto col proprio cuore semplice nella luce serena, imparando a non lasciarsi confondere da schemi, rigidità, forzature, sensi di colpa, cervellotismi e conseguenti ansie. Ci si riapre alla vita superando le sordità dello svuotante ragionare a tavolino. Tutti i limiti cui sto accennando hanno spesso qui la loro matrice profonda.

Essere consapevoli della distorsione dei valori a vantaggio del sistema. Prendiamo la solidarietà, come può essere tale se impedisce nella scuola la formazione alla luce della libera ricerca identitaria e del solo allora autentico scambio? Si parla dunque di una solidarietà fittizia, omologante, che in nome e con l’aura di un bene in realtà falso spegne un’autentica ricerca umana e tende a rendere meri individui consumatori persi in una massa anonima.

Ecco sopra solo alcuni spunti per una rinascita dal basso. Per un credente poi resta la fiducia più profonda: la storia la porta avanti Dio con l’aiuto di ogni persona di buona volontà. In mezzo a noi vive l’Emmanuele, ci sostiene sulla via vera e non lascerà che siamo davvero perduti a causa di qualcuno. Lui per primo nella sua vita terrena è cresciuto nella ricerca identitaria e nell’autentico scambio: chi ascolta e dialoga con me sulla Parola è per me fratello, sorella e madre. E così la fonte della rinascita sta, almeno in un percorso: nell’affidarsi all’ascolto della Parola ed in specie del vangelo, piuttosto che solo ad una mera catechesi; nel privilegiare l’ascolto comunitario della Parola, con la conduzione della guida ma non limitandosi al suo monologo; nel proporre, almeno gradualmente, cammini personali e comunitari di fede, invece che, in eterno, corsi, riunioni; nella discreta disponibilità, per esempio della guida spirituale, ad accompagnare il cammino dell’altro rispettando il mistero del suo rapporto con Dio invece che imponendogli schematiche scelte.