L’opera del Padre

Come ho già osservato in altri interventi il vangelo di Giovanni appare come il risultato di un grande desiderio di sincerità dell’autore nel riportare non quello che lui stesso, che la comunità, volevano capire della vita di Gesù ma quello che veramente egli aveva vissuto e aveva detto.

Un esempio lo troviamo nel brano del capitolo 6 del vangelo di Giovanni dove Gesù dice che lui è il pane della vita e chi viene a lui non lo respingerà perché non è venuto per fare la volontà propria ma quella del Padre e questa è la volontà del Padre, che Cristo non perda nulla di quanto il Padre gli ha dato. E aggiunge che nessuno viene a lui se non lo attira il Padre. Quindi Gesù vede l’azione del Padre nell’altro: se quello viene a lui bisogna stare molto attenti perché è, può essere, il Padre che lo sta mandando da lui.

Questo vediamo che lo hanno compreso anche i discepoli per esempio quando Pietro vede i pagani convertirsi e chiede come possa allora non battezzarli se il Padre ha donato loro lo Spirito. Allo stesso modo ci possiamo interrogare quando una persona desidera fare la comunione, venire assolta e noi possiamo frapporre i nostri blocchi o quando una persona esprime, che so, il desiderio di diventare sacerdote e magari per esempio a causa dell’età le si dice che non è il caso. Bisogna porre molta attenzione perché può essere il Padre che la manda.

Ecco quindi in questo brano Gesù ci dà un criterio di cui tenere conto. Mentre un discernimento astratto tende a restare chiuso in sé stesso un più adeguato discernimento può cercare di comprendere lo Spirito che muove l’altro, cercare di imparare dall’altro.

Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato» (Gv 6, 28-29).