L’immenso dono della chiamata (Vangelo di mercoledì 8 novembre 2023 e commento)

Lc 14,25-33 Mercoledì 8 novembre 2023, XXXI settimana del Tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
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Senza la grazia non possiamo fare nulla. Se Dio ci dona la grazia di seguirlo in un più approfondito cammino di fede riceviamo il dono dei doni perché ci si aprono tutte le porte della vita, con ogni bene. Eppure ferite, timori, attaccamenti, possono ostacolare questo percorso. Ciò spesso inizialmente è naturale perché l’uomo deve avviarsi verso un oltre che scoprirà mentre tende a restare alla sue apparenti già sperimentate sicurezze, in realtà senza Dio precarie e variamente distorte. Ma la grazia gradualmente orienta a lasciarsi portare oltre, con impegno nuovo. Qui dunque sta un punto che nel brano odierno Gesù evidenzia: pur avendo la grazia si può prolungare in eterno questa fase di transizione, rimandando l’impegno nuovo, prendendolo una volta sì e due no, perdendo tanta vita e tanti doni che pure Gesù avrebbe in serbo per noi. Il dono dei doni, chiamati da Dio eppure distratti verso ciò.