La tecnica e la salute

Il razionalismo viviseziona la persona e rende ogni cosa un mero, variamente schematico, fare. A proposito di sanità per esempio nel migliore dei casi si dice che il medico se ama le persone le può comprendere e curare meglio.

 

Ho osservato altrove che la società odierna riduce non di rado ad un mero, omologato, fare persino la solidarietà. Non si è aiutati ad una ricerca serena, autentica, personale, alla luce dell’identità spirituale, filosofica, liberamente perseguita ed in momenti distinti e complementari nel solo allora più fecondo scambio. Si è svuotati, irreggimentati, alla radice. E così non si è aiutati a scoprire le vie dell’amore vero, sereno.

 

Ancora, il razionalismo ripiega su sé stessi, un medico può cercare di amare i pazienti e non cercare di favorire un clima di accoglienza per tutto il personale sanitario, per i parenti del malato. 

 

Più in generale la società del fare su queste scie sottovaluta come, quanto, l’autentica crescita di ciascuno aiuta la salute anche fisica sua e degli altri, in uno scambio reciproco. Si riduce a tecnica ogni cosa, persino la religione. Mentre vi è tanto bisogno di luce, di umanità, di amicizia, di vicinanza, semplice e serena.