La professione di fede di Maria (Vangelo di venerdì 22 dicembre 2023 e commento)

Lc 1,46-55 Venerdì 22 dicembre 2013, Feria propria del 22 dicembre

In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno
beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
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La professione di fede di Maria, il Magnificat, canta l’opera di Dio nella storia della salvezza. Tutta nella misericordia, essa disperde i pensieri di coloro che appaiono sopra agli altri (= testo greco originale, che smaschera i sistemi di potere, porta oltre le apparenze e via dicendo), rovescia i potenti dai troni, innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati, rimanda i ricchi a mani vuote. Soccorre Israele, la Chiesa, sua serva, ricordandosi della sua misericordia come aveva promesso.
Dio semina dunque oltre le verità parziali, dove non del tutto errate, dei potenti, i silenziamenti dei poveri, perché la sua grazia sempre nuova si diffonde per le vie che Lui sa, ben oltre i piani di chicchessia, secondo la sua sapienza e conduce verso la verità tutta intera. Questa è la nostra gioia, la nostra fiducia, la nostra speranza.