La più frequente autodefinizione di Gesù

La definizione più frequente di Gesù circa se stesso è quella di Figlio. Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. E benché tutta la sua vita sia nel Padre, nello Spirito, il titolo da lui più usato è quello di Figlio dell’uomo.

Per questo Gesù afferma di essere stato mandato alle pecore perdute della Casa d’Israele. Non viene fuori dal nulla, nasce e cresce in quella realtà, con essa e a misura di essa si manifesta a lei.

Quando invece appare ai discepoli da risorto spesso non viene subito riconosciuto, assume altro aspetto. Possiamo ulteriormente osservare che Gesù non ha lasciato nulla di scritto. Lui si comunica a misura della specifica persona, dello specifico popolo. La Parola va meditata prima di tutto nella viva comunità cristiana, va tradotta al vivo, dal vivo

La acheropita (= non fatta da mano d’uomo) Madonna di Guadalupe non è dipinta come una ragazza ebrea ma come una meticcia, india e spagnola, a misura di quella gente.

Gesù si fa carne della carne di ciascuna specifica persona, Figlio dell’uomo. Per cui ancora molto possiamo forse avere da scoprire. Magari non è un caso che tra i popoli che non usano il pane come cibo basilare il cristianesimo sia meno diffuso. Si potrebbe consacrare per l’eucarestia per esempio il riso?