La fede ridotta ad etica (Vangelo di giovedì 16 novembre 2023 e commento)

Lc 17,20-25 Giovedì 16 novembre 2023, XXXII settimana del Tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
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Non di rado la fede viene trasmessa in realtà come un’etica, fare cose. Dunque vivere sulle nostre forze, “salvandoci” da soli, finendo per operare disordinatamente, guidati da doveri meccanici, da entusiasmi e passioni senza discernimento. Camminando dietro a Gesù invece impariamo gradualmente a riconoscere la sua voce autentica distinguendola da mille voci interne ed esterne, anche apparentemente buone. Essa ci porta per esempio a pregare nel momento giusto e nel momento giusto a operare, mettendo ordine nella nostra vita. Portati dalla grazia, con semplicità e buonsenso nella fede, impariamo a lasciare che sia la Parola di Gesù a rivelarsi nella nostra vita, liberandoci da tante letture meccaniche, impariamo ad accogliere ogni cosa a modo suo come grazia, non vivisezionando lo Spirito, che appunto viene in vari modi anche attraverso le persone, le situazioni. Talora sono per esempio l’appesantimento del salvarci da soli, la precarietà del puntare su noi stessi, sulle nostre bontà, le tappe necessarie per sperimentare nella nostra carne il bisogno di lasciarci portare davvero dalla grazia, di passare dal disordinato fare alla leggerezza della fede. Tante persone hanno ricevuto semi potenti di grazia ma non vengono aiutate dalle guide in tale direzione, ma invece legate e confuse da un dover fare meccanico, che non comprende il graduale, personalissimo, cammino di ciascuno nella luce.