Ipotetica omelia di ordinazione episcopale

Caro don x, sei qui a ricevere un nuovo mandato da Dio. Il profeta Samuele dovette vivere un lungo cammino per non scegliere il re con i propri criteri ma lasciando fare al Signore. E il Signore scelse il re tra i piccoli. E quando Davide divenne effettivamente re il popolo riconobbe che già da tempo conduceva e riconduceva il popolo stesso.

Aveva cioè, tra l’altro, maturato, nell’ascolto, nell’abbandono in Dio, un cuore di servizio, oltre che di sana e libera comunione e obbedienza, verso tutti, anche verso i propri padri. I gradi del sacerdozio non vengono a caso. Allora sei chiamato a vegliare nella preghiera e nella vita sulla crescita integrale, sulla vita, i bisogni, integrali, di ogni tua pecorella. E allora sei chiamato a imparare da tutti e da ciascuno. Anche a come condurre ciascuno e tutti.

Ma proprio per questo sei chiamato a riconoscere i carismi di ciascuno e a lasciarli sviluppare come doni per la persona che li riceve e per tutti. Ecco ciò che farebbe tremare le vene e i polsi se non fosse per la fiducia in Dio oltre la umana piccolezza. Questo sereno abbandono non diventi causa di superficialità ma di sereno timore di Dio.

Sei chiamato dunque alla prudenza del serpente e alla semplicità della colomba. A non nascondere il talento sotto terra ma a cercare il modo di riconoscerlo e farlo fruttare senza lasciarlo seccare per un troppo rapido germogliare.

Vi diranno eccolo qua, eccolo là, non andateci, perché il regno di Dio è in mezzo a voi. Possa, Dio volendo, crescere sulla via che impara a non affermare di volere perseguire il piano del Signore finendo per scambiarlo per quello proprio. Ma di lasciar operare il Signore attraverso tutti. Certo nelle situazioni e secondo le necessità, le possibilità, concrete, nella sana e libera comunione ecclesiale, anche con il tuo contributo. Cercando così le vie di una rinascita della stessa società che può vivere sempre meglio solo favorendo l’autentica, libera, crescita integrale di ciascuno e di qui la vera partecipazione. E uscendo così dal tecnicismo a tutto campo che sta portando al crollo senza potersi fermare perché il tecnicismo fa prevalere i codici meccanici degli apparati.

Come vedi finisco anche io per esporre il mio programma. E dunque che questi siano solo possibili semi che il Signore potrà farti sviluppare se e come vorrà. Lui è il vero seminatore, semina a tempo debito, non si impone. Ti aiuti Dio a trovare un equilibrio tra l’obbedienza, la comunione, la semina, la guida, il condurre fuori, al pascolo. Ti affido dunque a Maria e a lui, ecco questo di cuore lo fa tutta la Chiesa, possa tu ascoltare sempre più la loro voce, anche attraverso le persone e le situazioni. Tutto secondo i doni e la sapienza di Dio. Cristo viene in modo sempre nuovo, adeguato, secondo la sua sapienza. È con noi, vivo, ogni giorno.