Il vangelo parola del futuro (Vangelo di martedì 6 giugno 2023 e commento)

Mc 12,13-17 Martedì 6 giugno 2023, IX settimana del tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.
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La benevolenza tende a comprendere l’intenzione buona dell’altro, specie quando la sua vita complessiva la testimonia. Motivazioni malevole invece cercano di cogliere il male e magari di dimostrarlo anche dove non c’è. La varia negatività porta a vedere nell’altro quello che in realtà si sta vivendo nella propria esistenza. Farisei ed erodiani avevano il denaro, Gesù no.

Ma in questo brano emerge soprattutto la sapienza miracolosa di Gesù che orienta verso un discernimento spirituale e umano concreto, equilibrato, al punto che anche oggi la stessa Chiesa scopre di poter attingere sempre meglio al Gesù dei vangeli.

Pensiamo al problema decisivo della scuola negli ultimi cento anni. Prima si è voluta trasmettere la fede a tutti. Poi, compresa la necessità di rispettare la libera ricerca dei non cristiani, si è accettato il falso neutralismo razionalista, dove per rispettare la visione di ciascuno non si è aiutati a crescere in una personale libera identità spirituale, filosofica. La cultura ridotta a ragionamenti astratti, apparentemente neutri, svuota le persone. Poi, cercando di uscire dai ragionamenti astratti, si è talora cercato di fare incontrare gli studenti nello scambio concreto tra loro, nell’accoglienza delle visuali di ciascuno. Ma lo scambio senza il distinto e previo momento della formazione nella identità liberamente cercata diventa una nuova forma di svuotante omologazione.

Invece la formazione identitaria aiuta a maturare nei riferimenti profondi e l’altro, distinto, momento dello scambio aiuta a cercare di uscire dalle astrazioni, dall’identità ideologica, perché orienta a prendere da ciascuno l’autenticamente umano. Gesù aiuta ad unire e distinguere i piani della vita, a non considerarne solo alcuni, a non confonderli…
Un uomo, che noi cristiani crediamo anche Dio, vissuto 2000 anni orsono ancora ci è avanti…G