Il tornare in Galilea di tutta la storia

Il tornare in Galilea di tutta la storia

Gesù stesso ha trasmesso che la sua sequela è un sempre più profondo ripartire dalla Galilea, dal cammino vissuto nei vangeli. Un cammino in e con Gesù, con i suoi discepoli, con tanta gente. Un percorso sinodale e con ogni uomo. Dunque non un astratto dedurre norme meccaniche dai riferimenti pure da lui insegnati e nemmeno un altrettanto astratto dedurne di nuove. Le logiche schematiche, conservatrici o progressiste, dimenticano di tornare sempre vissutamente, personalmente, comunitariamente, e con l’aiuto di ciascuno, di ogni cosa, al Gesù dei vangeli.

Dunque il passaggio può divenire imparare ad aprire vissutamente il cuore al sempre nuovo manifestarsi del Gesù dei vangeli, ripercorrere in lui, con la Chiesa, con ogni uomo e con ogni cosa, il cammino fin dagli esordi nella Galilea. Là mi vedranno, dice Gesù. Non sono ragionamenti a tavolino di alcuni dottori della legge o di qualche cooptato ad hoc.

Si legge l’episodio dell’adultera che alcuni scribi e farisei vogliono lapidare e, da parte progressista, si osserva che Gesù l’ha perdonata. I conservatori ribattono che però le ha anche detto di non peccare più. Si interpreta secondo logiche astratte perché Gesù non parla per concetti ma è, dona, a misura di ciascuno, la grazia divina e umana e in lui ogni persona, ogni cosa, è un dono di grazia. Egli manifesta esplicitamente a quella donna il suo perdono al momento giusto e al momento giusto per la sua vita le infonde un seme di grazia per maturare affettivamente. Non sono meri concetti insegnati ma grazie. Quella persona si scopre amata, compresa, aiutata a comprendersi con serenità e aiutata con delicatezza, nei modi e nei tempi adeguati, ad aprire il cuore alla vita, alla crescita. Grazia, libertà, a pieni polmoni. Non perdono legale con la condizionale, ossia per una volta ma sotto minaccia di cumulare le sanzioni in caso di recidiva. E nemmeno astratta misericordia, non profondamente attenta, con discrezione, rispetto, a tutta la vita, anche alla maturazione, specifica di ciascuno.

Qui così si rileva che le astrazioni distorcono, riducono e dunque finiscono tra l’altro per evidenziare aspetti parziali. Ognuno coglie in uno specchio deformato qualche brandello di verità e resta chiuso nelle proprie ragioni che l’altro invece esclude. La ragione astratta è chiusa in sé stessa, comprende solo i propri ragionamenti. L’uomo si rende mero computer invece di aprire il cuore alla grazia che si manifesta sempre più in Gesù in ogni cosa.

E vediamo che questo può avvenire in modo sempre più profondo appunto accogliendo, scambiandosi, ogni dono. L’episodio della samaritana, per esempio, mostra che Gesù non parla meccanicamente. A quella donna con cinque mariti non dice schematicamente che la perdona, ma di non peccare più. Cristo le domanda da bere perché è stanco del viaggio e ha sete. Anche qui si può osservare che non faceva nulla tanto per far vedere, altro astratto formalismo. Ma la richiesta è a misura per la samaritana. Ella era confusa affettivamente ma aveva invece potuto maturare, per grazia, amore e misericordia anche per il nemico giudeo. Al contrario di tanti giudei e samaritani con il solo legittimo coniuge.

Gesù vede quella persona in cerca della vita, il suo cuore profondo, la bellezza in lei. Nasce da tale apertura possibile del cuore un dialogo graduale nella quale la donna si scopre amata, compresa, aiutata ad amarsi, comprendersi e ad aprire gradualmente, liberamente, delicatamente, la sua umanità alla grazia. Al punto che ella giunge a riconoscere in Gesù un profeta non tanto come indovino ma come uno che le fa sperimentare finalmente l’amore di Dio. Quella donna viene aiutata a trovare il suo libero, non schematico, percorso verso la sua maturità anche affettiva in Cristo.

E così Gesù conduce la Chiesa, ogni specifica persona, verso la pienezza con l’aiuto di ciascuno, di ogni cosa, in lui. Orientandoci a superare gradualmente astrazioni, formalismi, frammentazioni, distorsioni e riduzionismi di norme, ruoli, competenze, fasulle notorietà più o meno ad hoc, mere cooptazioni e via discorrendo.