Ho liberato dal peso la sua spalla (Sal 80)

Secondo quanto scrive Benedetto XVI nella Spe Salvi al numero 46 quando una persona va in cielo la fede non la orienta a valutare se nella vita ha fatto sufficientemente la brava tanto da potere essersi guadagnata il cielo. La fede la conduce verso il confidare nell’amore senza limiti del Padre.

Dio ci ama, ci salva, godiamo di questo amore meraviglioso. È in questo sentirci amati senza condizioni che liberamente possiamo scegliere di cercare di accogliere la grazia che ci viene donata, di non ostacolarla. Di lasciarci portare nella vita sempre più piena.

Piccole, molto belle dice la Genesi, creature (anche se ferite dal peccato originale) tutte appoggiate nell’amore di Dio. Se si commette un vero peccato consapevole e volontario, un vero rifiuto della grazia ricevuta, ci si può dispiacere un attimo, chiedere perdono e riperdersi subito nell’amore di Dio che tutto trasforma in vita.

Quando ci viene trasmesso nello Spirito il giusto rapporto tra l’infinito amore di Dio e la nostra creaturalità ogni cosa la vediamo in modo più equilibrato. Godiamo dell’amore di Dio, dei suoi doni anche umani, materiali e relativizziamo ciò che ci manca, i nostri limiti ed errori. Ci accorgiamo che il moralismo, il farci sentire costretti in un bene meccanico, non maturato nel cuore, nella grazia, ci orientava a puntare su noi stessi, a ingigantire in tale valutazione distorta i nostri limiti, a farci giudicare con pesantezza noi stessi e gli altri. A bloccarci nei nostri schemi, a non cogliere il filo sereno, come una colomba, dello Spirito di Gesù in noi. A non accogliere gli altri come un dono ma a rinchiudere i rapporti con loro e loro stessi dentro mentalità di corto respiro.

Tutto un complicarci, appesantirci, la vita che viene non da noi ma dell’educazione ricevuta, cristiana o non credente che sia.

Ecco l’amore sereno, a misura, di Dio forse in questa nostra epoca viene a manifestarsi più pienamente, più diffusamente. E ad aprire orizzonti di autentica, personalissima, semplice e serena crescita di ciascuno. Quindi anche tendenzialmente di più autentica democrazia.

Anche i dolori, le prove, su questa via li viviamo potendo più agevolmente sentire Dio vicino, la sua comprensione, il suo soffrire con noi e aiutarci a risolvere su tale strada autentica tanti problemi e altri a viverli comunque in modo diverso.