Come riconoscere il nuovo venire di Gesù? (Vangelo di venerdì 27 ottobre 2023 e commento)

Lc 12,54-59 Venerdì 27 ottobre 2023, XXIX settimana del Tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
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Gesù parla un linguaggio spirituale, l’unico vero avversario della nostra vita per certi aspetti non è nemmeno il demonio perché questi può fare solo ciò che Dio gli permette e Dio gli permette di tentarci ed ingannarci su cose che con l’aiuto del cielo potremo superare e trasformare in occasioni di grazia, di vita. L’avversario vero può essere il nostro stesso io che ci può fare chiudere il cuore alla luce. Dunque il giudice, l’esattore, la prigione non sono che tappe di un processo di chiusura interiore alla vita nella grazia. Su quella strada si perde il senso dell’amore meraviglioso di Dio, si finisce dunque per guardare ogni cosa, anche sé stessi, con la legge della giungla, finiamo per chiudere la nostra vita in una prigione. Talora l’unica via per uscirne è sperimentare la crescente negatività, il malessere, provocato da ciò a tutto campo, al punto di dover per forza cercare strade diverse, autentiche. Invece cercando di camminare sulla via della luce impariamo a riconoscere il sempre nuovo venire di Gesù nella nostra vita. Tanta gente con semplicità riconobbe Gesù, lo vediamo quando lo accolgono nel suo ingresso su un asinello a Gerusalemme, invece certi potenti imprigionati nei loro miopi interessi di potere si chiusero al riconoscimento del Messia, chiudendosi alla vita. Qui dunque Gesù si riferisce a persone che non accolgono la luce per scelta in vario modo consapevole. La parabola del figliol prodigo parla di questi e del suo fratello maggiore come di due persone che in modo inconsapevole non sono pronte per ricevere un più profondo dono di luce. Il minore cerca di testa sua la vita vera; il maggiore vive in un formalismo religioso senza che il cuore si apra ad una autentica crescita: ha imparato a “fare” il bravo, pretende dal Padre perché gli è dovuto, si offende, al di là delle forme sa tutto lui… Entrambi sperimenteranno nella vita il non cavare un ragno dal buco del non cercare davvero l’aiuto di Dio, comprenderanno nella propria carne ciò. Si tratta di un percorso tendenziale, non è detto con sicurezza che una persona giunga mai, sulla terra, a tale svolta. Dio nel suo amore infinito sa lui come sostenere lungo il cammino e salvare ciascuna persona. Certo in cielo tutto sarà nella luce della vita autentica per chiunque non avrà rifiutato la misericordia senza condizioni di Dio.