Autotest di sinodalita’ per pastori

Se venisse una persona, come spesso è accaduto ai profeti, fuori dai canoni culturali e istituzionali di riconoscimento: che scioglie le più intricate questioni dottrinali ed ecumeniche; che propone piste nuove, da cambiamento d’epoca, nella spiritualità e nella cultura, un rinnovato tornare a Gesù; e afferma che sono esse che gli hanno consentito di risolvere le sunnominate plurisecolari difficoltà; così come le hanno permesso di aiutare molti a rinascere anche quando partivano da situazioni di difficoltà spirituale e/o psicologica; e le hanno fornito le chiavi per portare tanta gente in chiesa, a camminare in modo personale nella luce, nella fede e ciò nei territori più diversi e nei differenti e di volta in volta adeguati modi…

Ecco se venisse a voi una tale persona e aveste modo di verificare se afferma il vero cerchereste con ogni impegno di dialogare con lei, di trovare le vie adeguate per comprendere, anche nella preghiera, le novità che la muovono?  O la cosa vi interesserebbe poco, al punto di non sincerarvi nemmeno di verificare e ritenendo comunque quelle affermazioni del tutto impossibili? Oppure ancora semplicemente valutando come impossibile l’eventualità di riuscire a cogliere in profondità quelle vie nuove? Certo senza il dono dello Spirito per quella situazione non si può nulla. Ma si è ricevuta e accolta la grazia che apre in tale direzione?

La stampa e i media darebbero spazio ad una tale figura in comunione ma evidentemente non del tutto allineata sui codici del momento? Ma comunque la comunicazione scritta riesce meno facilmente a trasmettere, da sola, novità esistenziali profonde.

O una tale persona può in qualche misura smuovere le acque solo se si trova ad essere il pontefice? Nel qual caso si offrono nuovi imput alla sintesi del sensus fidei della compagine ecclesiale. Forse oltre alle talora impercettibili maturazioni favorite dai dialoghi di cui sopra questa del papa è oggi una speranza possibile di rinnovamento. Ma ci si chiede se il pensiero unico imperante nella società non può rischiare ormai di impedire ogni sfumatura diversa anche nella Chiesa.

Per il resto si può ancora trattare di semi nuovi nati spesso dal basso, diffusi qua e là dove la vita quotidiana ha, in Dio, permesso, non di rado nella quasi totale inconsapevolezza delle gerarchie.

Se la mentalità delle gerarchie, dei pastori anche di più basso grado, dei consacrati, è non di rado questa è possibile una sinodalità che non si riveli in varia misura come una mera cinghia di trasmissione di voleri dall’alto? Non rischia ancora una volta di confermarsi che nuovi sviluppi li coglie più facilmente la gente, dal vivo, quando si vede concretamente aiutata in modo nuovo, più sereno ed efficace?

“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà (Gv 16, 12-15). Invochiamo l’aiuto di Maria e di Dio e poi cerchiamo di ascoltarli.