Serial cliccher

Questa drammatica epoca dei potenti del virtuale guarda caso spinge tutto verso il virtuale, il governo finisce, con gioia di quasi tutti i media, finalmente in modo pieno in mano a esponenti di tale sistema… Il raggiro, la manipolazione, sono la cifra di un potere che si impadronisce sempre più di ogni minima leva di comando, si arricchisce spogliando di tutto e riesce ad apparire a non pochi schiavizzati come lo scientifico salvatore del salvabile.

Una dittatura drammatica, da studiare perché completamente nuova. Il razionalismo svuota le persone di autentiche ricerche vitali e dunque anche di autentico scambio e porta ogni cosa sul piano di uno pseudotecnicismo presentato come inappellabile. Si manifesta anche in modo progressivamente meno nascosto cosa può restare vivendo di questi criteri: il desiderio di potere, di denaro, di una fama fatta tutta di apparenze. Il parlamento uniformato, persino con un’opposizione ad hoc che trasmette queste stesse strutturazioni mentali, è un’immagine plastica della situazione. Forse anche tra i politici qualcuno diviene consapevole di ciò solo nel tempo. Portato dalla storia in tale direzione.

In questa società del virtuale la vita delle persone può su sempre più aspetti muoversi sul filo di rasoio di un clic. Si consuma tra i tanti drammi di gente messa sul lastrico anche l’esiziale fenomeno dei desaparecidos di internet, persone talora preparatissime che non trovano modo di contribuire al dibattito pubblico perché esso si conferma concretamente già preconfezionato dai codici del falso scientismo e dagli altri vuoti criteri mediatici. O da tale dialogo vengono estromessi ai loro primi rigurgiti di verità.

Ma la tragedia coinvolge gli stessi burattini di apparato e anche di falsa o perlomeno ingenua opposizione perché della stessa cultura di fondo, che sacrificano, anche dove qualche minimo margine di libera scelta potrebbero averlo, ogni sincerità e umanità sull’altare del potere da salvaguardare. Persone dunque talora lobotomizzate dalla formazione razionalista, capaci di credere a queste logiche o persone mosse dalle motivazioni di cui sopra. Come che sia, di fatto questi apparatchik si trovano a eseguire spesso con un semplice e quasi inavvertito clic le sentenze sulla vita, sulla partecipazione, di tanti non omologati e dunque di una libera e viva società. Nella società mediatica va dunque approfondita anche la riflessione sulla coscienza dei serial cliccher. Davvero significativo in tal senso il caso dei citati pseudo oppositori che reclamano libero dialogo, lamentano di venire oscurati e poi oscurano chiunque non sia sulla loro linea, sostenendo magari che chi non la pensa come loro rifiuta gli inviti sui loro media. Potere, denaro, fama fatta tutta di apparenze, è quello che sembra emergere nell’epoca del vuoto razionalismo.