Una nuova resistenza

Davvero tragicomico che i media del sistema si mostrino preoccupati dei pericoli della incontrollata partecipazione sui social della gente. Ma non è il sistema del pensiero omologato, tecnicista, che ci sta spogliando di tutto? E non dovrebbe essere la maturità delle persone a valutare le riflessioni che circolano? Anche in un fecondo e pluralistico scambio. Il sistema cerca di svuotare la autentica crescita delle persone e per di più le giudica immature se non dicono esattamente quello che vuole.

Una strada è quella di dare spazio ai media che consentono i liberi (per esempio consentendo fino a 5000 battute, lasciando inserire almeno un link) commenti agli articoli. E potendo scoprire che spesso sui media del sistema sono più interessanti le chiose che gli articoli stessi. I pezzi giornalistici potranno venire (e già oggi accade) scritti in modo da condizionare, preorientare, le glosse ma il criterio sarà comprendere che certe risposte non apparentemente in sintonia cercano solo di toccare la radice delle questioni. In un dialogo autentico e non prefabbricato. Si potrà anche scatenare una lotta per confondere, per esempio con molti falsi commenti. Ma quando si arriverà a quel punto ormai si sarà forse, per esempio, sviluppata una informazione alternativa, pluralistica.

Verrà stimolata una rete di citazione delle annotazioni non permesse… Nell’epoca della dittatura comunicativa bisogna sviluppare una nuova resistenza, comunicativa. I media che non consentono commenti già così testimoniano di voler imporre il loro pensiero.