Una dittatura da studiare

Una dittatura da studiare

Un aspetto su cui riflettere della dittatura che sta svuotando e manipolando le persone e conducendo la società al crollo può consistere nella circostanza che essendo tale pensiero unico per certi aspetti soft può non stimolare prese di posizione verso di esso più chiare. Non si vuole rompere del tutto i ponti, in fondo l’apparato al servizio del potere è composto da esseri umani… Loro magari per il bisogno di lavorate annullano ogni diverso vedere, annullano l’umano ma tu li comprendi, vuoi prendere il buono di quello che affermano, non vuoi contrastare persone, persino se pure ti hanno tolto il lavoro, magari sperando in qualche caso di venire riammesso o di potere aver bisogno in futuro e via dicendo. Ecco dunque un esempio tra i tanti dei paradossi di questa nuova tirannide che opererà certo più profondamente finché non siano stati diffusamente chiariti i metodi che la animano e anche gli atteggiamenti che tende a suscitare. Altro aspetto singolare riguarda la gente manipolata la quale si affeziona alle idee che ha assimilato, drammaticamente senza avvedersi che sono quelle che la hanno spogliata di tutto. Se non si trovano le adeguate vie del dialogo si può finire per umiliare qualcuno. La differenza dall’epoca dei balilla è che almeno allora vi era una coercizione evidente.

Bisogna dunque tra l’altro chiarire che proponendo per esempio lo sciopero della recezione della grande comunicazione (non vuol dire non leggere), delle eccellenze della varia cultura e della società, non si vuole operare contro persone, che possono talora semplicemente dover lavorare, ma soltanto non seguire piste che stanno distruggendo tutto. Se il dominio è ad opera della formazione e dell’informazione a senso unico l’impegno per la libera, autentica, maturazione di ciascuno e della democrazia è rifiutare tale pseudo cultura e sviluppare vie alternative. Il non voler evidenziare tale punto per un errata forma di pacifismo ricorda il tempo in cui la Russia sovietica piazzava missili ai confini dell’Europa occidentale e qualcuno, magari ispirato da altri, proponeva di non approntare difese adeguate.

Il buonismo è in vario modo un altro inganno di questa nuova dittatura soft. Gesù non cadeva in codesta confusione, evidenziava i limiti e i pericoli per esempio di certo fariseismo. Non agire così potrebbe persino comportare il sostituirsi di logiche e interessi terreni alla ricerca di un’autentica spiritualità.

Nella Chiesa però crediamo che al di là di ogni pur possibile ostacolo umano vi è Gesù che non permetterà, secondo le vie della sua sapienza, alle porte degli inferi di prevalere su di essa.

Possiamo dunque osservare che il tecnicismo falsamente neutralista proprio sviluppando sempre più le sue conseguenze orienta ad una uscita da esso. La ragione astratta svuota le persone e le rende meri individui consumatori persi in una massa anonima, manipolata. Le persone e il mondo vanno verso il crollo e possiamo immaginare che prima o poi si dovranno cercare le vie dell’autentica maturazione di ciascuno. Fin dalla scuola scelta libera dell’identità alla cui luce si vuole venire formati e scambio con le altre. Oggi la ragione astratta spegne le persone in un solidarismo omologante o in un identitarismo chiuso in sé. Opposti che in realtà si spalleggiano nel dominare la gente. Invece il libero sviluppo delle identità e lo scambio, ossia la ricerca libera, comporta un superamento della scissione tra verità e vita. Per esempio non fede a tavolino, non vita pratica senza fede.