Un salto di qualita’ epocale ai primissimi albori

Un salto di qualita’ epocale ai primissimi albori

Molte persone si avvedono sempre più del sistema teleguidato dai potenti della finanza e di internet che sta dominando larga parte del mondo col pensiero unico, una sedicente solidarietà omologante che tende a rendere le persone meri individui consumatori persi in una massa anonima. Nasce il bisogno di una informazione alternativa che sia pluralista tessendo reti di partecipazione dal basso. Ci si può chiedere se non sia meglio che si tratti di una fitta trama di piccole realtà in modo che possano restare libere da problematiche economiche che rischierebbero di risucchiarle nelle logiche esiziali delle fonti di finanziamento.

 

Il punto fondamentale è uscire dalla cultura della astratta ragione che svuota le persone e le mette in pugno allo pseudotecnicismo dei poteri succitati. Perché ciò avvenga è necessario liberare la società dalle false strutturazioni frutto di tali distorcenti impostazioni. Per prima cosa bisogna restituire all’unico legittimo detentore, il popolo, ciascuna persona, il diritto di venire formato, fin dalla scuola, alla luce della identità liberamente scelta e nello scambio con le altre. Il falso neutralismo intellettualista svuota, omologa, la gente e la orienta dove vuole il sistema. Si presenta con un’aura di oggettività scientifica ingannevole perché ogni forma di conoscenza matura invece con l’autentico maturare della persona, delle comunità.

 

Venire formato alla luce della identità ricercata e nella condivisione con le altre può stimolare la vissuta maturazione, tendendo a favorire l’uscita dal riduttivismo razionalista. Si riaprono le vie del vivo, specifico, uomo integrale, non più scisso in ragione astratta, anima, valori, disincarnati, e resto emozionale-pragmatico.

 

Benché alcuni filosofi abbiano descritto la china fallimentare del razionalismo essi stessi sono rimasti in tale orizzonte, guardando con fatalismo al drammatico processo segnalato. La ricerca di una informazione libera e pluralista è un primo germinale stimolo di liberazione ma spesso poco o per nulla consapevole del problema di fondo tecnicista. Si cerca la libertà ma per vie ancora figlie dell’intellettualismo. Per esempio meno attenti alla decisiva condivisione dal vivo. O propugnando un ideale di giustizia che poco va a toccare vie capaci di aiutare l’uomo ad aprirsi ad un’autentica, vissuta, ricerca personale ed interpersonale. Si resta ignari nelle spire dell’astratta ragione e delle sue già studiate conseguenze. Si parla di un sistema dove la ricerca del vero è totalmente spenta e poi si fanno parlare le persone in base ai titoli, ai ruoli, alla notorietà, prodotti dal sistema stesso. Non si dovrebbe invece ascoltare chi ha qualcosa di nuovo da dire? Non si dovrebbe ascoltare ogni persona, che già con la propria stessa vita, le proprie esperienze, domande, speranze, difficoltà, può far comprendere tante cose se ci si mette in discussione?

 

Davvero pochi sono i soggetti e i gruppi noti più consapevoli della necessità di un salto di qualità che orienti verso la libera maturazione dell’uomo tutto intero. E anche tra questi possono scarseggiare quelli che cercano le adeguate vie per favorire nella società un tale cambiamento. La ricerca può conservare dunque venature intellettualiste.

 

Vi è inoltre il problema che in una cultura ancora così pervicacemente della ragione astratta possono restare ignoti ai più soggetti e gruppi anche che da decenni si trovino sulle scie di tali fecondi percorsi. Risultano infatti vie spesso incomprensibili agli apparati e poco comunicabili appunto intellettualisticamente, specie a chi non avverta di suo la necessità vitale, personale e comunitaria, di un profondo rinnovamento. Appunto non si tratta del vecchio concettualismo ma di viva, personalissima, maturazione. È la gente che beneficia di queste più umane vie quando si trova, spesso “per caso”, a lasciarsi aiutare, dal vivo, a crescere in tali rinnovate direzioni. 

 

Siamo dunque ai primi albori di un vero salto di qualità. Esso potrebbe venire stimolato, per esempio nella Chiesa, tra l’altro dall’illuminazione di figure con importanti ruoli istituzionali. Mi sono riferito altrove (https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/ ) ai processi ecclesiali che possono stare in varia misura favorendo queste trasformazioni. Un ritorno alla coscienza spirituale e psicofisica, al cuore, nella Luce serena, a misura. Anche un ateo, una persona di religione non cristiana, può in varia misura trovare un certo tal percorso tendenziale. Colpisce che Maria abbia detto a Fatima che il suo cuore immacolato trionferà. Suscita domande anche che abbia affermato che “alla fine” trionferà. Quanto sfacelo sarà necessario ancora sperimentare prima che ci si avveda diffusamente dell’artiglio mortale del razionalismo?