Un rinnovato padre spirituale

Il formatore, la formatrice, il padre o la madre spirituale, vengono scelti, tra quelli riconosciuti dalla Chiesa, dal discepolo nella preghiera e messi alla prova perché egli veda se chi lo aiuta a crescere è una persona seria, di lungo cammino nella fede e serena. Matura nel tempo la fiducia di aver trovato un riferimento per aprirsi a sempre nuovi orizzonti spirituali e umani. Non bisogna fidarsi necessariamente di tutte le guide ma nel tempo, anche attraverso vari tentativi, cercare quella che Dio ha mandato per sé. Una persona che, pure con i suoi limiti, possa davvero aiutare a crescere e con cui confrontarsi con fiducia. La libera buona disposizione, la fiducia, aiutano tanto a lasciarsi portare alla scoperta di una vita nuova a tutto campo.

Il nome adeguato per certi versi potrebbe essere quello di formatore perché attento a tutta la umanità di chi gli chiede un confronto, per altri aspetti quello di accompagnatore perché accompagna il cammino cercando insieme le possibili vie, tappe, della maturazione spirituale e umana senza sostituirsi alla persona stessa, senza prescrivere obbedienze e cose simili. Ma, liberato da tante superate accezioni, quello di padre o madre spirituale resta forse il termine più bello. È dunque il cercatore, non la guida, che opera, in Dio quando credente, la sintesi perché Dio parla prima di tutto a lui della sua vita. Solo Gesù è il vero maestro, come egli afferma nel vangelo e solo Dio è il Padre.

Non più dunque una spiritualità astratta, poco attenta alla specifica umanità integrale, ai rapporti vissuti, ai percorsi concreti cercati e per i quali si va, alle speranze, ai bisogni spirituali e umani, alle ferite, alla cultura, mentalità… Né più una tecnica psicologica che indica come funzionare. Invece un amore attento alla personalissima, ben al di là degli schemi, maturazione spirituale umana. Che aiuta ad aprire il cuore a misura, con delicatezza, cercando insieme al discepolo i possibili percorsi ma nella fiducia che solo l’amore meraviglioso di Dio sa come, quando, in cosa, farlo crescere. Non è così un cammino efficentistico, un fare, spirituale, psicologico ma un trovare sempre più il bandolo della matassa del vero sé stessi.

Si rientra sempre più in contatto col proprio cuore semplice nella luce che scende serena, a misura. Liberati dai sensi di colpa, dalle risposte meccaniche, dalle forzature, dagli inutili sbrachi, venendo portati in un cammino personalissimo, pieno di buonsenso nella luce. Dunque imparando a distinguere la brezza leggera dello Spirito dalle altre voci interne, ansie, paure, schemi, emozionalità, ed esterne che possono confondere. Gradualmente sperimentando che tutta la propria umanità, aperta allo Spirito di Gesù, indica le risposte naturali, i percorsi, non lasciandosi più ingannare da fantasmi interni ed esterni. In tanti discernimenti le risposte si trovano nel tempo, camminando per mano con Dio e non a tavolino, in preda ad agitazioni e schemi vari. La vita stessa orienta ad abbandonarsi alla Luce, alla fede per chi l’ha ricevuta in dono, che illumina con delicatezza e serenità il cuore.

Si va oltre, come dicevo, le astrazioni spirituali e le tecniche psicologiche, vivisezioni, verso una sempre più semplice e profonda consapevolezza della coscienza spirituale e psicofisica, del cuore, nella luce serena. Una ragazza cristiana mi diceva di non poter più credere a causa della scienza, il big bang, l’evoluzionismo… Le risposi che certe teorie non sono in contrasto con la fede cristiana ma che per prima cosa le volevo chiedere cosa sentiva dentro di sé, nel suo cuore, di rispondere con semplicità alla domanda se credeva o meno in Dio. Disse con naturalezza di sì ed ecco risolto il problema, aveva trovato i veri riferimenti essenziali del discernere: la sua coscienza spirituale e psicofisica e la luce serena che la illuminava. Poi in questa luce, per lei che aveva ricevuto il dono nella fede, diveniva via più facile anche scoprire che ciò che vi è di vero in certe scoperte scientifiche non è in contrasto con la fede anzi che spesso nel profondo tali scoperte provengono dalla fede. Pensiamo all’evoluzionismo e alla gradualità con cui Dio fa crescere le persone, la natura… L’intuizione non scientifica ma spirituale dell’evoluzionismo la troviamo già nel libro biblico della Genesi.

Si ricompongono i compartimenti stagni della cultura attuale: non spiritualità da un lato e scienza dall’altro, vivisezioni appunto ma una maturazione di tutta la persona nella luce serena, a misura, che fa vedere ogni cosa in modo sempre nuovo. Perché tutto l’uomo viene portato in un discernimento sempre più semplice, profondo, adeguatamente aderente alla specifica vita reale. Gesù non ha scritto perché non comunicava in astratto ma con amore rivolto a persone specifiche, in situazioni specifiche, dal vivo. Il vangelo stesso va tradotto dal vivo. Persino Cristo affermava che chi ascoltava, dialogava, con lui sulla Parola era per lui fratello, sorella e madre. Anche Gesù cresceva in Dio insieme agli altri. Si legge sempre più nitidamente anche nella vita di ciascuno, quando si può con discrezione partecipare approfonditamente, dal vivo, della sua vita. Certo, come accennavo, nella consapevolezza che solo Dio e gradualmente la persona conoscono più pienamente la situazione, il percorso, di quella persona stessa.

Finalmente l’uscita da un mero fare, da un tecnicismo a tutto campo, che sta svuotando e spogliando di tutto tanta gente mettendola nelle mani di pochi potenti che con i formalismi della cultura e dell’informazione la teleguidano: pseudocompetenze, ruoli, privi di una crescita comune, fin dalla scuola, alla luce della identità liberamente cercata e del solo allora autentico scambio. Riduttivi e distorcenti codici culturali invece che libera, plurale, ricerca del vero, che finisce per sparire dagli orizzonti di molti, finendo per affievolire l’intuizione di un autentico benessere umano che con l’aiuto di tutti si può più facilmente, concretamente, perseguire. Morte dunque anche della partecipazione, della democrazia.

Su tali scie è decisivo che i laici, le donne, le suore, possano vivere profondi cammini di crescita integrale. E anche possano in vario modo venire preparati culturalmente, studiare, ché lo studio non è il centro della vita ma può aiutare. Quanti possibili bravi padri e madri spirituali non aiutati a divenirlo. Pensiamo anche a genitori che dialoghino con i propri figli sugli studi scolastici di questi ultimi alla luce di libere ricerche identitarie e di un allora più autentico scambio. Un tale sviluppo potrebbe potentemente stimolare una sinodalità autentica, vissuta al fondo nel quotidiano, e non di apparato e la succitata libera formazione fin dalla scuola. Vie anche per rinnovare una società che sta si sta svuotando e va verso il crollo.

Si veda anche, per esempio: https://gpcentofanti.altervista.org/una-sinodalita-non-intellettualistica/