Io mi sono sempre sentito in comunione e obbedienza nella Chiesa e anche ben disposto a riconoscere la più che possibile santità dei pontefici che si sono susseguiti. Al tempo stesso avvertendo certi possibili limiti di fondo attinenti alla cultura razionalista in cui viviamo. Se ci si basa sulla ragione astratta, a tavolino, la coscienza viene ristretta ad un’anima variamente disincarnata e il resto dell’umano diviene vita variamente pragmatica. Sono i tre riduttivismi del razionalismo. Sintetizzo in maniera evidentemente esagerata ma forse provvidenzialmente sembra che GP II possa in qualche misura aver rispecchiato un certo intellettualismo delle risposte prefabbricate, Ben XVI un certo spiritualismo dei puri e duri, Francesco un qualche pragmatismo. La societas christiana; il “resto” un tantino isolato dal mondo; fin dalla scuola l’incontro col mondo ma senza una più profonda attenzione allo sviluppo anche delle identità. Vi è mi pare la possibilità di un traboccamento nelle parole semplici ed essenziali di Maria: il cuore semplice ora nella luce serena, come una colomba, a misura del personalissimo, ben al di là degli schemi, cammino di ciascuno. Dunque la maturazione libera, serena e graduale della coscienza spirituale e psicofisica, integrale, del cuore insomma come lo intendeva Gesù nei vangeli. Il suo discernimento non devozionale ma concreto, divino e umano, di cui nei vangeli vi è ancora moltissimo da scoprire. Una strada che scioglie ogni nodo, rinnova ogni cosa fecondamente, dalla spiritualità, alla cultura, alla dottrina, alla pastorale, alla vita sociale. Ho studiato tutta la vita, tutte le materie, ma mi pare che tale rinnovamento possa passare semplicemente per una rinnovata piccolezza, non solo spiritualistica ma integrale, spirituale e umana, che mette dunque in discussione anche le impostazioni di fondo. Per un crescere tutti insieme in Cristo, nella Chiesa, nel mondo, senza troppo vivisezionare in competenze formali. Una strada che si può cogliere non tanto facilmente così enunciandola per iscritto ma nella vicinanza concreta, personale, comunitaria, sociale… Per cui ancora una volta è la gente della vita quotidiana quella che ne beneficia perché la vita tutta intera, anche la psicologia, rinasce con semplicità e serenità. Compresa nel proprio personale cammino, nei propri specifici bisogni… E dunque la riconosce in genere in gran numero, fuori dal comune, e con gioia.