Un nuovo rapporto Chiesa-mondo

L’intellettualismo riduce l’uomo ad un computer astraendolo dalla propria umanità integrale, dalla propria coscienza spirituale e psicofisica nella luce. Questa mentalità profonda disorienta e svuota le persone e favorisce le logiche del potere che si diffondono attraverso la crescente onnipervasività della tecnologia, attraverso una falso neutralismo di una pseudoscienza per esempio nella scuola.

Possiamo osservare che in epoche precedenti, pensiamo all’impero romano, non si riscontrava tale chiusura razionalista. Inoltre pur potendosi riscontrare che in ogni epoca il potere ha cercato di imporre il suo politically correct mai come oggi si registra un’asfissia da pensiero unico. Come anche il papa ha notato, osservando che la ricchezza dei contributi di ciascuno viene messa a tacere quando non viene spenta in tale vuoto.

Ho altrove osservato che una via per uscire dell’intellettualismo potrebbe venire individuata nel favorire fin dalla scuola la formazione alla luce della identità liberamente cercata e nello scambio con gli altri, di ogni religione e filosofia. Una tendenza alla crescita e al confronto vissuti. Stimoli alla ricerca di un autentico benessere, sempre più libero appunto da astrazioni, moralismi, inutili lassismi.

Ma anche il rapporto Chiesa-mondo può richiedere continui aggiustamenti. Nell’epoca dell’impero romano per esempio una certa consapevolezza della diversità rispetto al mondo pagano può aver aiutato a non lasciarsi ingannare da tante sue influenze. Con il Vaticano II si è maturata un’apertura al dialogo col mondo con tanti più che necessari aspetti di validità ma nel tempo si riscontra anche con alcuni possibili rischi.

Si può essere rinforzato anche nella Chiesa l’errore razionalista, si può essere posta meno attenzione alle magagne del “mondo”. Gesù ha guardato tutti con amore, ha egli stesso imparato da tutti ma nei vangeli lo vediamo spesso anche aiutare i discepoli a non lasciarsi confondere da mentalità non di autentica fede.

Forse è tempo che nella pastorale si trasmetta un approccio di apertura a crescere in Gesù, nella Chiesa ed insieme ad ogni uomo ma anche un’avvertenza dei rischi di una vita ripiegata che possono venire dal mondo e nella stessa comunità cristiana. Nei vangeli si parla della tentazione anche tra i discepoli della sopraffazione da parte dei più forti.

Una consapevolezza per esempio delle logiche del potere che non sono per nulla estranee alla cultura non credente ed in varia misura anche in quella ecclesiale. Il bisogno di una più libera, fin dalla scuola, maturazione e di una più diffusa partecipazione. Dunque certo dialogo, crescita condivisa ma anche preparazione a non lasciarsi abbindolare da sistemi che esaltano chi e cosa ad essi fa comodo. E attenzione al pluralismo nella società e, certo nei criteri della fede, nella stessa compagine ecclesiale. Tutte strade insomma che orientano ad una crescita autentica delle persone, meno soggetta alle troppo facili manipolazioni odierne.