Un discernimento ancora primordiale

Un discernimento ancora primordiale

Qualche guida può ritenere che cercare i criteri di un discernimento sempre più adeguato non sia così necessario perché alla fine nella vita la maturazione concreta porta oltre tante disquisizioni. Purtroppo però non tutto è così facile perché le strutturazioni culturali possono incidere profondamente chiudendo in visuali riduttive dalle quali solo un gran dono dello Spirito può far uscire fuori. Si potrebbe trattare direttamente di un dono  di grazia divina e umana, dal cuore di Gesù, Dio e uomo. Si potrebbe trattare, altra tra le vie, di un dono di carità, che spinge profondamente a cercare di comprendere davvero gli altri fino a porre in discussione le proprie impalcature conoscitive.

La cultura a compartimenti stagni, vivisezionati, permea così profondamente la società che talora tra certi educatori nemmeno ci si avvede dei riduzionismi, delle distorsioni, delle astrazioni, che comporta. Al punto che, come osservavo sopra, si può ritenere che poi nella vita reale ci si sappia destreggare adeguatamente nel capire le situazioni.

La società va a scatafascio, la gente viene spogliata di tutto e sente la Chiesa lontana ma ci si può non domandare se vi sia qualcosa che sfugge. Pare normale discernere secondo logiche esteriori. Nulla importa che la realtà, la vita della gente, si incarichino non di rado di smentire tante apparenze positive e tante apparenze, con questa drammatica superficialità, negative.

A quale crollo ecclesiale e sociale bisognerà magari giungere per sperimentare un profondo bagno di umiltà, una profonda richiesta di luce a Dio e ad ogni persona? L’inizio di una più viva sinodalità. Cosa vogliono dire le parole di Maria “Alla fine il mio cuore immacolato trionferà”? Siamo piccoli strumenti di Dio e Dio agisce ben al di là di noi, chiediamogli ogni giorno di più di portarci nell’abbandono totale in lui.