Tradizionalisti e modernisti: il rischio di un dialogo tra sordi

Viviamo in un’epoca in cui la mentalità di fondo è intellettualista. Chi cerca di fuggire dalle chiusure della ragione a tavolino può finire nello spiritualismo delle sole intenzioni o nel pragmatismo della vita concreta. E questo perché la cultura di riferimento resta quella suddetta. Se ci si fonda su una ragione astratta restano poi un’anima disincarnata e un resto pragmatico, “quotidiano”, dell’umano. Ecco le tre correnti che emergono: razionalismo, spiritualismo, pragmatismo.

 

Davvero significativo vedere come il dialogo tra tali orientamenti resti spesso un parlare tra sordi. La ragione astratta o le fughe da essa chiudono l’uomo in aspetti riduttivi di sé stesso. Le risposte astratte, prefabbricate; la spiritualità delle mere intenzioni, alla fine distorte perché meno attente all’umano concreto, specifico, contingente, che viene delegato nelle cose più importanti, con vario sospetto, alle conoscenze scientifiche e nelle altre ad una mera, riduttiva, quotidianità; il pragmatismo dell’aiutare il funzionamento concreto, l’accordarsi concreto ma lasciando i riferimenti in varia misura da parte perché appunto li si vede come astratti, disincarnati. 

 

Il punto dunque è che questi orientamenti in un modo o nell’altro fanno capo alla ragione astratta. Questa è chiusa in sé stessa, come un computer. Viene ridotta, frammentata, la coscienza spirituale e psicofisica che esiste e matura nella luce serena, che scende a misura, delicatamente, come una colomba. 

 

Solo il cuore, appunto la coscienza integrale, nello Spirito sereno è nella naturale apertura di tutto l’uomo. Rientriamo in contatto con la nostra umanità semplice, libera e con tutta la viva realtà. Oggi la stessa scienza, in crisi perché la vita reale non può venire ingabbiata in logiche schematiche, cerca il contatto con la realtà concreta finendo nel pragmatismo per i riduttivismi summenzionati. Si passa da Platone, dal razionalismo o nel migliore dei casi dallo spiritualismo, ad Aristotele, invece di cercare, per un non credente tendenzialmente, il concreto discernere divino e umano nello Spirito sereno del Gesù dei vangeli.

 

Il risultato di queste paralisi, di queste chiusure, è il non avvedersi del problema profondo che fontalmente orienta la vita, l’incontrarsi. Il tradizionalista resta nei suoi schemi logici astratti, il modernista cerca un cambiamento che però è pensato a tavolino o vissuto in modo meramente pratico. Dunque orientamenti che paradossalmente consolidano le perplessità degli altri.

 

Gli schematismi favoriscono il tecnicismo, lo svuotamento delle persone, il prevalere degli apparati con i loro codici uniformanti. La mancata viva e libera partecipazione favorisce tali meccanicismi. La gente spogliata di ogni cosa viene sempre più manipolata, anche da chi si oppone in modo istintivo, passando, come visto, al meccanicismo opposto. La società va verso il crollo e, incanalata da questi orientamenti, sembra non poter fare altro che subire un destino. 

 

Sarà un grave crollo a costringere a cercare un salto di qualità, l’uscita dal razionalismo, o una lenta maturazione anche tra qualcuno nelle elites potrà in tempo innescare e diffondere una rinascita? Ci saranno al tempo maturo doni particolari dal cielo, anche nel loro poter toccare il cuore di molti? Certo, mentre molti potenti rischiano di restare chiusi nei loro palazzi, ancora una volta la gente più facilmente può beneficiare concretamente di chi le viene concretamente vicino nel quotidiano con un discernimento più adeguato, più attento alle specifiche vite personali, agli specifici bisogni. Forse questi contrasti e questi travagli faranno maturare nel quotidiano, tra le persone, il bisogno di un traboccamento verso una umanità semplice, in cerca graduale, a misura, della propria serena identità e nello scambio con gli altri. Superando gli opposti scogli delle astrazioni e delle soluzioni meramente funzionali. Forse da qui germoglierà gradualmente, se non vi saranno catastrofi in tutto definitive, una società rinnovata.