Seminare la consapevolezza di una questione decisiva

Seminare la consapevolezza di una questione decisiva

Viviamo in un mondo dove potrebbero esistere forze che operano nel virtuale come certa finanza, certi grandi gruppi nel campo della varia telematica, che magari hanno interesse ad orientare la vita umana in questa direzione. Ed in ciò potrebbero trovare alleati in governi fragilissimi non di rado anch’essi legati al sistema suddetto e a tutta l’oligarchia al suo servizio. Governi che possono trovarsi regalati poteri dittatoriali dai mille artifici che oggi i potenti sono in condizione di orchestrare. Dunque un mondo che rischia diventare sempre più quasi esclusivamente mediatico.

Risulta ancora più evidente che formazione e informazione determinano l’intera vita delle persone. E formazione e informazione sono sempre più nelle mani degli apparati. Ormai apertamente si sente dire, talora drammaticamente anche in campo cristiano, che non tutti possono parlare, sarebbe pericoloso. La morsa della dittatura stringe sempre più.

La logica degli apparati trova terreno fertile nel tecnicismo imperante. Fin dalla scuola la libera formazione nelle identità e nello scambio è bandita in nome di un rispetto reciproco, di un’omologazione, da grande fratello. Tutto è mera nozione apparentemente neutra in realtà un falso filantropismo politically correct. L’uomo è svuotato, manipolato, reso un mero consumatore perso nella massa anonima. Spogliato dei propri risparmi per salvare i giochi della finanza, precarizzato fino allo schiavismo nel lavoro. Massacrato di tasse. Ogni sua attività economica portatata allo stremo a favore dei grandi concentramenti economici. Mentre ci sarebbero spazi validi e costruttivi per le piccole e medie imprese, per le famiglie, tutto viene annientato in nome di una scienza che ridotta a tecnicismo è il vero volano di tale distruzione ed invece vuole mettere a tacere ogni altra voce in nome di competenze falsamente oggettive. Già strutturalmente distorte, in quanto erroneamente separate da una vissuta ricerca esistenziale integralmente umana.

Può diventare sempre più diffusamente lampante che una questione decisiva è che il potere di scegliere la formazione fin dalla scuola deve tornare ai legittimi detentori di tale diritto, le singole persone, il popolo. Di qui si potrà giungere ad una più diffusa partecipazione nell’informazione e in tutto il resto.

Non è facile giungere subito ad impostare una scuola delle identità e dello scambio? Bisogna intanto cominciare a parlarne. Bisogna che si diffonda la consapevolezza della decisività di tali piste. Saranno necessari decenni? Lavoriamo per i nostri figli e nipoti. Magari lungo il percorso gli stimoli comunque svilupperanno mille feconde piste. Diamo una speranza ad un mondo che spegnendosi rischia in maniera crescente un crollo a tutto campo.