Santuario mariano
Eri vento che soffia nella notte delle tempeste
portando via ogni nube, ogni lampo, all’alba
che non immaginavo tua pace nuova trovando.
E campo di grano tu eri, margherite, rondini
e cielo, falce di luna ancora nel giorno pieno,
che di lavanda e mentuccia sapeva sul sentiero
che andava all’eremo del frattempo, lì sul poggio
ameno, dove ogni cosa vedevo come dal cielo
e sempre attendevo il nuovo venire del vento.
Da: https://gpcentofanti.altervista.org/e-ne-senti-la-voce-gv-3-8/