Rivoluzionari utili al sistema

Rivoluzionari utili al sistema

Il sistema dominante sta cercando di diffondere una nuova religione che in nome di un bene scientifico, inoppugnabile, mette in mille modi a tacere ogni altra voce. La gente è spogliata fin dalla scuola di una formazione alla luce della propria identità liberamente scelta e dello scambio con le altre. Manipolata dai media a senso unico, spogliata dei propri risparmi, del proprio lavoro, talora nel migliore dei casi precarizzato e schiavizzato. Le famiglie, le piccole imprese, le libere professioni, tutto ciò che può costituire un contropotere dal basso raso al suolo.

Pochi potenti stabiliscono dunque come devono crescere e pensare le persone cercando in tutti i modi di annullarne l’umanità. Ormai negli apparati del pensiero unico a servizio dei potenti della finanza e di internet, si arriva a spacciare per vera democrazia quella di una elite che governa anche senza il consenso del popolo ma eroicamente “per il suo bene”. E ciò per esempio sostenendo che la democrazia attuale è oggi preda degli interessi del momento. Il paradosso di cercare di spegnere la gente col pensiero uniformato e poi dire che non è capace è davvero drammatico. Ma la gente sperimenta sempre più sulla propria pelle i danni di questo sfruttamento a tutto campo.

È strettamente necessario si formino reti plurali, dal basso ma qui sorge una difficoltà drammatica. Anche chi non ha potere può desiderare di contrastare questa dittatura soft solo per imporre la propria. O magari per difendere i propri spazi. Ma così paradossalmente diventa propagatore dello stesso sistema che vuole rendere ciascuno un mero consumatore isolato perso in una massa anomima. Si potrebbe forse arrivare a chiedersi come mai alcune di queste figure vengano, fuori di ogni consuetudine, presentate anche di frequente da media la cui linea esse contrastano. Che nella mente dell’apparato tali persone siano utili proprio per il vario frammentare?