Rischi del cammino spirituale

Il cammino di ogni persona è specialissimo e ricco di sfumature anche nei problemi, nei ritardi, che può sperimentare. Oggi parlo di un possibile rischio che dunque in vario modo si può correre lungo la sequela.

Dopo un periodo di alcuni anni nel quale si sono vissuti cambiamenti sempre più intensi si può giungere ad una vita routinaria in tante cose. Ci si è strutturati su tante visuali che non vengono più messe in discussione. Sono ambiti in maniera crescente sottratti al vento dello Spirito.

È vero che si può crescere e rinnovarsi in altri aspetti, sia pur parziali, della propria umanità. Ma si innesca dunque una dinamica ambivalente di atteggiamenti che tendono a spegnere e di altri che in qualche modo danno vita. In vario modo e misura aree di soffocamento esercitano la loro forza di gravità.

Si può trattare non solo di strutturazioni recenti ma anche di rifugi, vie di fuga, strategie difensive, copioni, atavici, che nel rallentare dello sviluppo riprendono ad incidere con nuova forza.
Nei vangeli Gesù avverte anche di questi pericoli riferendosi per esempio alle tane delle volpi, ai nidi degli uccelli, agli eterni congedi, a presunte scelte doverose, che impediscono invece di lasciarsi portare oltre da Lui stesso.

In altri passi tratta del ritorno dello spirito immondo: un povero di cuore si converte ma la sua vita interiore pulita e adorna finisce dopo un lasso di tempo per contemplare la sua propria bellezza invece di aprirsi a nuovi doni. Il povero diventa un ricco di ritorno. C’è tanto da pregare, farsi aiutare e vigilare, sulle stagnazioni che possono finire quasi insensibilmente per togliere il respiro alla vita spirituale.